«Perché siamo qui? Perché vogliamo iniziare un percorso, prima ancora che presentare un documento. Il 21 luglio 2023, i telegiornali a Taiwan ed in Argentina aprirono con il filmato del fiume di ghiaccio in corso del popolo, il momento più iconico di quei tre giorni drammatici vissuti dalla nostra città. Appena settantadue ore più tardi, l’equivalente di una tromba d’aria provocò decine di milioni di euro di danni ai soli edifici pubblici. Il nostro è un territorio che ha molto da lavorare, per essere resiliente». Il sindaco di Seregno Alberto Rossi ha introdotto così lunedì 24 giugno, nella sede della biblioteca “Pozzoli” di piazza Gandini, l’incontro di illustrazione del piano clima comunale, redatto nel contesto di rivisitazione del piano di governo del territorio, attualmente in corso, con la collaborazione del Politecnico di Milano, di BrianzAcque e del centro meteo, anche con l’obiettivo di coinvolgere la popolazione nella battaglia per limitare gli effetti negativi prodotti dal cambiamento climatico, toccati purtroppo con mano nemmeno un anno fa. «Anche i più riottosi -ha commentato Elena Granata, urbanista del Politecnico di Milano, che sta accompagnando l’amministrazione comunale nella stesura delle linee strategiche del Pgt e che si è occupata del piano clima– hanno ormai capito che il cambiamento incide nelle vite di tutti noi. Il clima cambia, ma il cambiamento non colpisce tutti nello stesso modo. Ci sono quartieri più a rischio di altri, per le modalità con cui sono stati costruiti. Va migliorata la risposta agli eventi esterni».
Piano clima: le temperature impennate in soli 50 anni
Il piano clima, ancora non obbligatorio per legge, che nella sua interezza troverà posto sul sito di Agenda 2030, ha individuato sei tematiche principali: le temperature, il suolo, le aree verdi, le acque, la mobilità e gli edifici. «Alcuni dati vanno necessariamente guardati -ha proseguito Granata-. In città, la temperatura media negli ultimi 50 anni è aumentata di tre gradi e sette decimi. Si tratta di un incremento molto alto, considerato che a livello mondiale l’aumento è stato tra i due ed i due gradi e mezzo. Il suolo, poi, è consumato nella misura del 53,8 per cento». L’urbanista ha quindi elencato una serie di misure da attuare: «Penso alle piazze inondabili. Le città devono diventare spugne, per assorbire l’acqua e stoccare l’anidride carbonica. E poi alle piazze d’acqua, alla depavimentazione, che per motivi educativi dovrebbe partire dalle strade e dalle piazze di fronte alle scuole, ed alla realizzazione di parcheggi che siano drenanti. Serve il coinvolgimento dei privati, ad esempio per la manutenzione del verde. Uno strumento utile possono essere anche i qrcode nelle strade, per favorire l’accesso alle informazioni climatiche». Dal canto suo, il sindaco Rossi, prima del rompete le righe, ha sottolineato vari aspetti: «Il piano clima interessa tutto e tutti, in primis la vivibilità delle nostre città. Il documento contiene una serie di informazioni importanti sul rischio idraulico e sulle isole di calore. Ma la cosa più importante è il percorso di educazione reciproca che vogliamo cominciare, anche con altre iniziative in futuro». Un percorso che, tuttavia, non si potrà e dovrà esaurire nel breve e medio termine: «Le azioni nel piano non possono essere fatte tutte insieme e non possono essere fatte nei quattro anni di mandato che ci restano. Il piano è comunque un presupposto utile per l’accesso ai fondi europei che sono disponibili».