Seregno, Polis San Giovanni Paolo II e Lions San Carlo Muggiò si incontrano dopo il parapiglia alla partita Under 9

Il momento di confronto si è svolto domenica 25 giugno a Seregno, in un clima molto cordiale. Le parti dopo le ferie estive proporranno iniziative comuni di sensibilizzazione
Marco Villa, al centro, al momento della presentazione delle maglie utilizzate durante la stagione agonistica

«L’incontro è stato molto cordiale, ma del resto in premessa va detto che tra noi non c’era nulla da chiarire. Subito le dirigenze di entrambe le società hanno preso le distanze e condannato quello che è successo, come era giusto fare».
Marco Villa, presidente della Polisportiva San Giovanni Paolo II di Seregno, realtà nata un anno fa, dall’unione delle forze tra i precedenti gruppi sportivi di San Carlo, Lazzaretto e Sant’Ambrogio, commenta così il momento di confronto con i rappresentati del Lions San Carlo Muggiò, ospitato domenica 25 giugno dal campo dell’oratorio Sant’Ambrogio di Seregno, ad una settimana esatta dal parapiglia in occasione di una partita di calcio tra Under 9, a seguito del quale un dirigente seregnese, 44 anni, ha perso un rene per un calcio, di cui i carabinieri ritengono responsabile un muggiorese di 48 anni, che è indagato.

Incontro: saranno proposte iniziative comuni

«Con noi -continua Villa-, c’era don Samuele Marelli, riferimento della pastorale giovanile di Seregno. Abbiamo convenuto che, dopo le ferie estive, promuoveremo qualche iniziativa insieme, cercando anche di coinvolgere il Csi ed i rispettivi Comuni, per segnare l’inizio di un cammino nuovo, un cammino diverso». L’approfondimento quindi prosegue: «In questi giorni ne abbiamo sentite tante. Ci è stato anche proposto di prendere i nomi di chi entra a vedere le nostre partite, ma è una proposta che ci lascia molto perplessi e crediamo che la soluzione del problema non possa essere questa. Con il torneo che è finito nell’occhio del ciclone, il nostro fine era creare un momento di aggregazione, mangiando un panino con la salamella in compagnia: che senso avrebbe, in un simile contesto, annotare il nome di un nonno, che arriva per vedere la gara di suo nipote? Piuttosto, dobbiamo lavorare per smuovere un po’ le coscienze. La deriva negativa che la società civile ha preso dopo il Covid è evidente a tutti. Noi non abbiamo la pretesa di cambiare da soli il corso delle cose. Ma, se anche il nostro contributo fosse una goccia nel mare, non per questo ci dobbiamo tirare indietro».

Incontro: il dirigente è ancora in ospedale, ma sta meglio

La chiosa riporta al dirigente vittima, suo malgrado, di quanto accaduto: «È ancora in ospedale, dopo l’operazione che ha subito per l’asportazione del rene. Sono andato a visitarlo e l’ho trovato bene dal punto di vista fisico, per quanto possibile considerata la circostanza. Certo, lo aspetta un percorso lungo, soprattutto a livello psicologico, non facile da affrontare, per metabolizzare quanto si è verificato. Ma lo ha cominciato e noi lo sosterremo».