Seregno, le cupole artistiche di Giovanni Sottile: l’impiego come lampade medicali

Un altro artista di Seregno, Giovanni Sottile, è entrato a far parte con una sua opera della speciale quanto esclusiva collezione di “cupole” della locale azienda Rimsa, che produce lampade medicali a livello internazionale, e con lui Stefano Cavanè di Mariano Comense. La serie di  “cupole” della lampada “Unica”, dipinte in una sola copia è salita a undici e quando il numero raggiungerà quota venti, uno dei titolari di Rimsa, Glauco Longoni, le esporrà in visione al pubblico, col consenso all’assessore alla Cultura nei locali della civica galleria Mariani di via Cavour.  

Cupole artistiche a Seregno: lampade scialitiche a led

Tutto è nato alcuni anni fa quando l’azienda nel 2002, è stata la prima al mondo a sviluppare, progettare e realizzare lampade scialitiche a led, per sale operatorie. Nel 2017, dopo tre anni di lavoro, di sforzi collettivi circa lo sviluppo meccanico e del dipartimento di ingegneria dell’università di Padova, relativamente allo studio ottico, ha preso forma la lampada“ Unica”, il fiore all’occhiello della produzione aziendale. Dovendo rappresentare Unica alla fiera medicale di Dubai, la direzione di Rimsa, aveva pensato di abbandonare l’elemento sensazionale dato alla cromatura accentuandone la sua unicità. Da qui l’idea di contattare artisti per realizzare un camouflage del riflettore della lampada. “Consapevoli che l’arte è la sola realtà capace di trasmettere l’unicità del prodotto- ha spiegato Glauco Longoni, uno dei titolari di Rimsa- abbiamo deciso di iniziare una serie chiedendo ai vari artisti di rappresentare la loro idea di unicità sul riflettore della nostra lampada”.

Cupole artistiche: la raffigurazione dell’unicità

Giovanni Sottile è l’undicesimo artista invitato a creare questa unicità. Nel suo dipinto sulla cupola è evidente il rimando cittadino, mentre Stefano Cavané ha dipinto la cupola di nero con disegnato il cosmo. “Seregno e lo spazio, due unicità a confronto– ha spiegato Glauco Longoni- l’unicità di uno scorcio presuppone l’individualità della persona, il cui occhio, in un dato momento, si rivolge ad un confine specifico e qui si fissa. Unica è la vista, la strada, la luce, i rumori, la vita ed il movimento di quell’attimo. Astratto e reale si uniscono dando forma ad una esistenza che in quanto tale è unica. L’opera del Sottile ci interroga, attraverso un dialogo tra materia e colore, sul tema dell’essere. Similmente, nel lavoro di Canavè, leggiamo un altrettanto autentica chiamata a definirci. L’essere in questo caso cede il passo all’esistenza e in una geografica cosmica trova risposta alla sfida lanciata da Rimsa. Definire la propria idea di unicità per sottolineare l’unicità del nostro prodotto e delle sue caratteristiche. Contenuto e contenitore, città e spazio, essere ed esistenza raccontano e definiscono”.