L’attribuzione a Seregno del titolo di città europea dello sport per il 2025 sta facendo discutere il mondo politico locale. Con un comunicato stampa, Luca Tommasi, capogruppo di Forza Italia, in minoranza in consiglio comunale, dopo aver sottolineato come il riconoscimento sia condiviso «con altre sette città italiane: Mogliano Veneto, Jesolo, Taranto, Venaria Reale, Chieti, Ascoli e Novara» e che «altri quattro Comuni sono stati nominati comune europeo dello sport e cioè Varallo, Vieste, Caorle e Castrignano del Capo», ha evidenziato che il titolo non è di competenza istituzionale, ma «lo assegna un’associazione no profit dal nome Aces Europe. Da quel che si evince dal suo sito, questa associazione ha sede a Bruxelles ed il presidente è l’italiano Gian Francesco Lupattelli. Il primo vicepresidente è un altro italiano, Vincenzo Lupattelli (omonimia o associazione con una forte componente parentale?)».
Città europea dello sport: le perplessità di Forza Italia
Tommasi ha quindi elencato il ventaglio dei riconoscimenti, che per la candidatura a città europea dello sport prevede un contributo iniziale di 2mila 350 euro: «Un ricco menù, che garantisce all’associazione un introito non indifferente, se si considera che, oltre alle spese di candidatura ed alle spese di ospitalità per i commissari visitatori, gli enti devono garantire attraverso un sistema di sponsor all’associazione Aces introiti per diritti d’immagine», che per le municipalità che hanno una popolazione compresa tra 25mila e 49mila 999 abitanti, come Seregno, sono pari a 5mila euro. Inoltre, «Aces segnala di relazionarsi con Egfa, che letteralmente sta per European Group of Friends of Aces, quindi un gruppo di suoi amici, alla cui presidenza c’è Brando Benifei, capodelegazione del Partito democratico al parlamento europeo. A titolo di cronaca, nel 2013 Aces aveva firmato un protocollo d’intesa per la cooperazione nella promozione dello sport con l’Anci, quando ne era presidente Piero Fassino, già segretario dei Democratici di sinistra».
Città europea dello sport: beneficio o spreco di denaro?
In conclusione, Tommasi ha evidenziato che «si celebra oggi l’assegnazione di un titolo che Seregno condivide con altre sette città e quattro Comuni italiani, rilasciato non da un’istituzione comunitaria, ma da un’associazione no profit europea. La candidatura ha prodotto delle sicure spese, non indifferenti, ed altre ne produrrà». Ecco l’affondo finale: «Se tutto questo si tradurrà in un benefit economico e reputazionale per la città, Forza Italia applaudirà all’iniziativa. Se invece si rivelerà un inutile spreco di denaro per la mera acquisizione di un titolo, il cui reale prestigio è da approfondire, il gruppo consiliare si incaricherà di denunciarlo ai cittadini».
Città europea dello sport: la felicità del Partito democratico
Per parte sua, Luca Lissoni, segretario cittadino del Partito democratico, ha invece spiegato che «la notizia che vede Seregno fregiarsi del titolo di città europea dello sport è un risultato per la nostra comunità. Da una parte, attesta l’impegno delle associazioni sportive e dell’amministrazione nel rendere sempre più la partecipazione sportiva uno strumento per la crescita personale e comunitaria. Dall’altra, contribuisce a dare risalto alla nostra città, con un percorso iniziato con la Seregno Sport Week nel 2019 e proseguito negli anni successivi e che ha visto, tra l’altro, Seregno essere sede di partenza di una tappa del Giro d’Italia di ciclismo».
Città europea dello sport: un elogio anche per le associazioni
Il neo segretario ha rimarcato che «investire sullo sport significa investire sulle generazioni future, sui valori dell’impegno, del fare squadra e dello stare insieme agli altri. L’arrivo di questo riconoscimento è un grido di gioia che prova la capacità dell’amministrazione comunale e delle società sportive cittadine -che arrivano da anni non semplici dopo l’esperienza della pandemia prima ed il disastro meteo della scorsa estate, che ha comportato danni importanti agli impianti- di reagire e rispondere alle nuove sfide».