Seregno, il sindaco Mariani ce la fa Nuovi consiglieri per la Lega nord

Dopo una maratona di oltre cinque ore, il consiglio comunale di Seregno ha convalidato alle 2.45 di sabato 1 giugno le surroghe di quattro dei sei consiglieri leghisti che si erano dimessi lo scorso 18 aprile. È la coda del «caso L’Espresso».
Seregno, l’aula semivuota del consiglio comunale
Seregno, l’aula semivuota del consiglio comunale

Dopo una maratona di oltre cinque ore, il consiglio comunale di Seregno ha convalidato alle 2.45 di sabato 1 giugno le surroghe di quattro dei sei consiglieri leghisti che si erano dimessi lo scorso 18 aprile, conosciuta l’anticipazione del servizio che il settimanale «L’Espresso» ha dedicato alle attività affaristiche del sindaco Giacinto Mariani (leggi la notizia).

In aula entreranno così tra una decina di giorni, quando le delibere saranno effettive, il limbiatese Luca Ruggeri, l’usmatese Alessandro Tomini, l’arcorese Valeria Kullmann ed il cogliatese Andrea Castelnovo, che prenderanno il posto di Andrea Colombo, Luca Talice, Alex Paro e Claudio Tono. Per Marco Dell’Orto e Mario Gerosa, invece, non sono stati trovati rimpiazzi.

La novità rafforzerà politicamente la posizione di Mariani, anche se le difficoltà sul tavolo sono ancora parecchie. Ad esempio, nelle fila del Popolo della libertà è serpeggiato un po’ di malumore per l’assenza di Roberto Trezzi, l’unico seregnese rimasto in sella nel gruppo del Carroccio, che non ha partecipato ai lavori ufficialmente per motivi familiari: in molti, però, hanno visto in questa situazione la manifestazione del suo disagio per quanto sta accadendo.

Inoltre, il capogruppo del Partito democratico Mauro Ballabio, protagonista di un lungo ostruzionismo, ha ventilato la possibilità di impugnare i provvedimenti delle surroghe, per le modalità di presentazione degli emendamenti che gli sono state imposte dal presidente facente funzioni Antonio Graziano, a suo dire non regolamentari, e si è detto deluso dalla risposta che il prefetto Giovanna Vilasi ha dato ad una sollecitazione dei democratici, che avevano fatto presente il mancato rispetto della scadenza del 30 aprile per l’approvazione del bilancio consuntivo del 2012: sebbene abbia riconosciuto che il termine fosse perentorio, Vilasi ha spiegato di non ritenere di dover intervenire nell’immediato, poiché la legge in proposito è stata da poco modificata ed una seduta apposita è già stata convocata.