L’interclasse dell’istituto Levi, 4Pcat e 4 A sistema moda, era presente il 5-6 febbraio a Milano al Mind (Milano innovation district), il luogo in cui sperimentare nuovi modi di lavorare, di fare ricerca, di abitare, di stare insieme e muoversi, ovvero la Milano del domani. Un evento formativo e soprattutto di contaminazione tra mondi e generazioni diverse. Una due giorni per riportare l’attenzione agli effetti dei cambiamenti generati dal progresso tecnologico. Un confronto su progetti, applicazioni tecnologiche, proposte culturali e politiche economiche capaci di ridistribuire valori equamente al territorio e alla società, a cui hanno preso parte 600 studenti delle scuole superiori. Una iniziativa promossa dalla Social Innovation Academy di fondazione Triulza. I 21 studenti erano accompagnati dai docenti: Damiana Conti, Fabio Scarpicci e Luigi Cogliati. “Nella due giorni milanese- ha detto Damiana Conti- abbiamo lavorato ininterrottamente giorno e notte, dormendo poche ore in un sacco a pelo, in quanto dovevamo ultimare il nostro progetto entro le 12 del 6 febbraio. Un lavoro faticoso ma appagante tanto che per il nostro progetto siamo stati premiati con una stampante laser da consegnare a scuola. Un’esperienza bellissima, anche se faticosa”. I temi da affrontare erano: mobilità sostenibile; luoghi della cultura; smart community e acqua e cambiamenti climatici. Gli studenti nel realizzare il loro progetto hanno dovuto includere le quattro aree tematiche, e quindi creare un logo con il nome del progetto; predisporre una descrizione con un massimo di 2 mila caratteri; la presentazione con slides e speech (discorso) di tre minuti. E subito dopo immaginare una campagna social; uno spot video di 60 secondi e la stampa in 3 D di un oggetto.
Il progetto ideato dall’equipe del Levi aveva per titolo “ la riqualificazione di un distributore di carburante fossile convertibile in un distributore di energia elettrica, tanto da diventare un luogo di aggregazione culturale”
“Abbiamo lavorato- ha spiegato la docente Conti-pensando a come dovranno essere le aree di sosta del futuro, quali servizi dovranno offrire e come saranno utilizzati sia dagli automobilisti, sia dai mezzi che viaggeranno da soli. Questi ultimi saranno i più prevedibili in quanto privi di esigenze diverse da quella di rifornirsi di energia. Arrivano in postazione e se ne vanno. Chi guida invece è più creativo e si porrà la questione di come occupare il tempo mentre la sua auto ricarica le batterie e riempie le bombole. Il tempo da passare nelle stazioni di servizio del futuro sarà più lungo. E allora si potrà trovare la palestra o una beauty farm dove passare la mezzora di ricarica, e la possibilità di fare la spesa. I centri commerciali saranno sicuramente luoghi per fermarsi a ricaricare le batterie”.