Il concerto del 2 giugno, in occasione della 76esima festa della Repubblica Italiana, al teatro San Rocco di Seregno con la “Filarmonica fiati-Città di Seregno” è terminato con un interminabile applauso per gli orchestrali e un’ovazione particolare per il direttore Mauro Bernasconi. E, sì, perché rispetto ad altre edizioni il concerto ha coinvolto e trasportato come mai era accaduto prima di quella esibizione. Un concerto musical-didattico pensato come condivisione del significato della musica e l’importanza che ha nella storia dell’uomo.
Concerto del 2 giugno a Seregno: ha divulgato il valore degli inni che rappresentano l’Italia sia come popolo che come persone
Bernasconi, come se fosse nel salotto di casa tra amici, ha divulgato il valore degli inni che rappresentano l’Italia sia come popolo che come persone. È entrato nel significato del testo spiegando come la musica diventi supporto e strumento amplificatore di grandi emozioni.
Concerto del 2 giugno a Seregno, parla il maestro Bernasconi
“È importante soffermarsi a pensare sui nostri valori – ha detto Bernasconi – sulla nostra storia, soprattutto verso i giovani, come guida per essere persone che riconoscono il giusto. Ho vissuto il concerto come fosse in classe coi miei studenti e la stessa voglia di appassionarli e stupirli. Ho cercato di guidare il pubblico presente in sala nel meraviglioso mondo del nostro inno “Il canto degli italiani”, a volte ridicolizzato e bistrattato per la sua musica, criticato per la retorica. Un canto che invece ha una forza narrativa sia nel testo che nella musica. È l’unico inno al mondo in cui ad agire ci sono due parti distinte. La prima un personaggio che annuncia un messaggio straordinario “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta”, mentre nella seconda c’è la reazione del popolo all’annuncio che, da lì a poco, si riconoscerà sotto un’unica bandiera”.
Ha proseguito con “l’Inno alla gioia” di Schiller-Beethoven (l’uomo è per ogni uomo un fratello! Che tutti gli esseri si abbraccino! Un bacio al mondo intero!) un grande messaggio d’amore che Beethoven ha sottoscritto, inserendo per la prima volta una parte corale in una sinfonia, la sua ultima sinfonia quasi come testamento artistico e umano che ha lasciato agli uomini di ogni tempo”.
Concerto del 2 giugno a Seregno, “La canzone del Piave”
Infine “La canzone del Piave”, presentata come se fosse una voce umana che commenta la vicenda. Fanno da comprimari i fanti, dapprima “muti e silenziosi”, mentre lui “tripudia” e sembra mormorare “ non passa lo straniero”, poi Caporetto, singhiozza “ sommesso e triste” ed infine comanda “indietro va straniero!”.Il concerto è proseguito come fosse un viaggio nella musica popolare e leggera: “mattinata” di Leoncavallo; “souvenir di Napoli” di Marzi; “ l’amore è una cosa meravigliosa” di Newman; “in the mood” di Garland; per finire con “nel blu blu dipinto di blu” di Migliacci-Modugno. Alcuni brani sono stati cantati dal tenore seregnese Davide Bellani. Il concerto brillantemente condotto da Chiara Consonni, si era aperto nel ricordo di Falcone-Borsellino nel 30° anniversario dell’attentato di Capaci.