Seregno, il caso Aeb approda in consiglio comunale e fa litigare le forze politiche

Il Caso Aeb con le sei notifiche di conclusione indagini al centro della surriscaldata seduta del consiglio comunale di martedì 11 luglio a Seregno.
Il momento dell’intervento del sindaco Alberto Rossi

La notifica a sei persone, tra le quali il sindaco Alberto Rossi, l’assessore Giuseppe Borgonovo, all’epoca dei fatti titolare della delega alle partecipate, il segretario comunale Alfredo Ricciardi e la presidente di Aeb Loredana Bracchitta, degli avvisi di conclusione delle indagini condotte dalla procura della Repubblica di Monza, in merito all’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2A, in cui si evidenzia il capo di imputazione di turbativa d’asta, è stata l’argomento principale trattato nella seduta del consiglio comunale di martedì 11 luglio a Seregno. Ad introdurlo è stato lo stesso primo cittadino, che ha informato l’aula della novità, ormai di dominio pubblico, sottolineando il suo sollievo, per il fatto che «la procura ha escluso la sussistenza del reato di corruzione. Ora avrò la possibilità di esaminare gli atti e, nei termini concessi dalla legge, valuterò se confrontarmi con la procura stessa. Sono dispiaciuto, perché, in ogni giorno che ho vissuto da sindaco, ritengo di aver lavorato nell’esclusivo interesse del bene della città e sono altresì fiducioso che questo possa essere riconosciuto».

Aeb-A2A: Giacinto Mariani va all’attacco

I banchi delle minoranze di centrodestra, con Giacinto Mariani al microfono

Il successivo dibattito si è svolto in un contesto a dir poco surriscaldato, con le minoranze di centrodestra inviperite per aver visto bocciata dalla maggioranza di centrosinistra la richiesta avanzata da Giacinto Mariani, candidato sindaco del centrodestra nelle ultime amministrative, di portare da quattro minuti a dieci minuti il tempo concesso ai consiglieri per i loro interventi nel merito. Lo stesso Mariani ha invitato i consiglieri di maggioranza ad esprimersi per primi, richiesta caduta nel vuoto, tanto che poi il ghiaccio lo ha rotto Luca Tommasi di Forza Italia, che si è dichiarato garantista, ma ha aggiunto che «leggendo il comunicato della procura, mi sono venuti i brividi, pensando a chi potrebbe essere chiamato ora a rifondere il danno erariale». Tommasi, che ha ricordato le prese di posizione del suo partito nella precedente legislatura, ha quindi aggiunto, anche con riferimento alla sparatoria in via Wagner registrata qualche ora prima, che «tanti episodi negativi stanno investendo la nostra città, non tutti responsabilità dell’amministrazione. Ma mi chiedo come potrà l’amministrazione governarli ed ergersi a paladina della legalità, con un pubblico ministero che la accusa di averla violata». Di suo, Giacinto Mariani, volto storico della Lega locale, ha esordito attaccando i già citati consiglieri di maggioranza, tacciati di essere delle «pecore» per il loro silenzio: «Il sindaco ha parlato per trenta secondi, evidenziando che è stato escluso il reato di corruzione. Ma non ha detto che prima gli indagati erano quattordici e che ora sono sei e che per otto è stato tolto tutto, anche la turbativa d’asta. Non per lui, per l’assessore e per il segretario. Penso all’intervento sul Comune di Bovisio Masciago e sono convinto che avrebbe dovuto scusarsi. In campagna elettorale siete andati dappertutto, alla Casa della Carità, in chiesa e dal monsignore, per dire che è un bravo ragazzo e che non ha fatto niente. Ora chiedo che il Comune vada in autotutela, nominando un legale che acceda agli atti, primo passo per la successiva richiesta di costituzione contro Rossi, Borgonovo e Ricciardi. Domando le dimissioni del sindaco, per il suo comportamento antidemocratico».

Aeb-A2A: il dispiacere del segretario comunale Alfredo Ricciardi

La comunicazione del sindaco Alberto Rossi sulle recenti novità giudiziarie ha  surriscaldato il clima. All'attacco è andato soprattutto il leghista Giacinto Mariani
Una panoramica dell’aula

I riferimenti nei suoi confronti sono stati maldigeriti dal segretario comunale Alfredo Ricciardi, che ha ricordato il clima differente nella passata legislatura, aggiungendo che «mi dispiacerebbe aver perso la fiducia di una parte del consiglio. Se così fosse, non potrei comunque fare altro che continuare a lavorare». Qui Mariani si è inalberato, accusando Ricciardi di permalosità. «Si offenda con la procura» lo ha poi esortato, prima di lasciare l’aula. Sul fronte della maggioranza, Samuele Tagliabue di Scelgo Seregno ha sottolineato come il reato di corruzione, escluso, «sia stato sulla bocca dell’attuale minoranza per tutta la campagna elettorale» e che «l’avviso significa solo che gli interessati avranno la possibilità di un confronto con la procura. Io ho votato la delibera e non ho paura. Conti alla mano, ci sono nelle casse del Comune 500mila euro in più. Questa è la realtà dei fatti. Stupisce il comportamento del consigliere Mariani, ricordando le ingiustizie che ha subito in prima persona». Francesco Giordano di Fratelli d’Italia ha affermato che «in questa fase è corretto non dimettersi, fino a quando non si arriverà all’eventuale rinvio a giudizio. Se questo si verificasse, ritengo che il sindaco dovrebbe rivedere la sua posizione. Tutto l’iter è cominciato con la rimozione di amministratori ritenuti inadeguati. Gli scienziati arrivati al loro posto hanno invece realizzato un’operazione senza documentazione, con l’assessore soprattutto, prima che il sindaco, che ha recepito supinamente le indicazioni. Un passaggio vergognoso, pagato nemmeno un euro, con la rinuncia ad un premio di 5 milioni 700mila euro ed un danno complessivo di 60 milioni, due terzi dei quali per il Comune di Seregno». Interrotto al settimo minuto del suo intervento dal presidente dell’assise Pietro Amati, che ha concesso a tutti coloro che hanno preso la parola più tempo di quello indicato dal regolamento, anche se non i dieci minuti invocati, Giordano ha quindi a sua volta abbandonato gli scranni.

Aeb-A2A: la maggioranza compatta in appoggio al sindaco

Tornando alla maggioranza, Antonino Foti di Seregno al centro ha ribadito che «l’avviso non è una condanna, come non lo sarebbe il rinvio a giudizio», negando che con l’accordo con A2A si sia venduto qualcosa, mentre Patrizia Bertocchi del Partito democratico ha stigmatizzato l’atteggiamento della minoranza, che «è diversa da prima, ma si comporta come prima», ed ha manifestato solidarietà a Rossi e Borgonovo: «Il sindaco è stato rieletto con una maggioranza schiacciante non perché l’avviso di garanzia era stato nascosto, ma per la sua capacità di ascolto e le sue realizzazioni. L’operazione era necessaria, perché Aeb da sola non aveva le potenzialità per rimanere competitiva, ed ha portato benefici sotto gli occhi di tutti». Infine, Pietro Amati si è impegnato a valutare l’istanza di nomina di un legale, avanzata da Giacinto Mariani.