Alla faccia degli stereotipi, quella del dj non è una passione per (soli) giovanissimi. Cuffie in testa e dita sopra a tasti e piatti, ci si immaginerebbe dietro alla console qualche under 20. E invece chi vuole imparare a mixare sono gli ultra 30enni: al corso base per disc jockey organizzato dal Tambourine di Seregno si sono iscritti Ester Arrigoni (33 anni), Usman Aleu (35), Paola Mambretti (36) e Antonio Beretta (55).
Incontrarli alla serata di chiusura della stagione in via Tenca (sabato 13 maggio) lascia riverberare i tratti peculiari della musica manipolata dai professionisti di drum machines, giradischi e sintetizzatori. Perché riempie gli spazi, capovolge i ritmi e fa quello che solo la musica è in grado di compiere: spazzare via i pregiudizi e colmare le distanze con la passione.
Quella che hanno in comune gli allievi di dj Mario Catalano, che hanno seguito le 5 lezioni al circolo Arci.
«Prima, la macchina del dj l’avevo a mala pena vista – racconta Paola, consulente viaggi di Seregno – Però ho sempre ascoltato elettronica e l’idea di imparare le basi mi piaceva». Dalle ipotesi alla realtà, «l’esperienza è stata positiva. Ho reiniziato ad ascoltare musica, ho incontrato persone per condividere questa passione, ho imparato i rudimenti del mestiere».
Una professione che «non escludo di voler fare», dice Ester. Per la ragazza di Villasanta, la voglia di togliersi i panni da baby sitter e di indossare quelli da deejay sta crescendo sempre più. «Ho imparato le basi del mixaggio al computer da un amico, l’iscrizione al corso è arrivata perché volevo imparare a usare la macchina – racconta – Ho tantissimo da migliorare, ma già esibirmi in un piccolo pub sarebbe fantastico».
Una spinta simile è quella di Usman, nigeriano in Italia da due anni (vive a Calco). «Amo la musica» dice in inglese ricordando che «quando ero nel mio paese, ho anche inciso un disco» (il suo nome d’arte è Don Uzzy). Frequentare le lezioni è stato un passo in avanti per «il mio sogno: essere un dj e un cantante (faccio hip hop e dancehall, ma amo tutta la buona musica). Lavorare nell’intrattenimento».
A conoscere bene l’intrattenimento è lui, Antonio di Cornate d’Adda. «Mia madre è di Rimini: ho visto gli anni d’oro». Fisioterapista di professione, «ho sempre avuto la passione del dj, da ragazzino frequentavo anche un corso». E se la vita l’ha portato altrove, gli interessi non si sono assopiti. «Se dovessi fare qualche serata – dice – Farei musica italiana e internazionale, perché quello del dj deve essere un messaggio di unione».