Chi conosce Little Bubu? Non si chiama davvero così, è il nome che gli addetti di Gelsia hanno dato a un orsacchiotto raccolto da terra e protagonista di una delle “storie della buona notte” del sindaco di Seregno Alberto Rossi, declinazione dei post serali che condivide sulla sua pagina facebook ufficiale.
Smarrito, buttato? Il sindaco ha incrociato l’orsacchiotto un paio di settimane fa sulle scale del parcheggio di piazza Risorgimento, andando verso la macchina alla sera. L’ha raccolto, era malconcio. Qualche giorno dopo l’ha consegnato a una persona di Gelsia Ambiente pensando che potesse essere differenziato, ma la storia ha preso una piega diversa. E ora cerca il suo lieto fine.
“Ho pensato al bimbo che lo aveva perso, e mi sono chinato per raccoglierlo. Poi mi sono reso conto che era molto malconcio, sporco, infeltrito e parecchio bagnato: da buttare, insomma, completamente irrecuperabile. L’ho raccolto e messo in un sacchetto che avevo nello zaino, con l’idea di gettarlo via, e l’ho portato con me senza più pensarci – scrive Rossi – Il giorno dopo, arrivando in ufficio, incontro una persona di Gelsia Ambiente. Non so perché, mi viene in mente che ho ancora l’orsetto nello zaino, e lì per lì mi viene, mentre lo saluto, di dargli l’orsetto. “Sarebbe da buttare, ma magari riuscite a far qualcosa. Alla fine non raccogliete solo i rifiuti, ma con la filiera della differenziata recuperate la parte utilizzabile delle cose: è dura, ma magari recuperate pure questo orsetto”. Finisce lì, salgo poco dopo in ufficio, e mi dimentico dell’orsacchiotto, com’è normale che sia”.
Poi il colpo di scena, non certo un “coup de theatre” ma comunque una sorpresa: “Oggi, una bella sorpresa – continua Rossi – Un incaricato di Gelsia Ambiente mi ha riportato l’orsacchiotto. Pulito, disinfettato, personalizzato con il loro logo. Lo hanno chiamato Little Bubu, mi racconta. Che dire? Ringrazio Gelsia Ambiente per questo piccolo e simpatico gesto, che nasconde però una attenzione profonda: è un po’ la metafora di chi lavora per recuperare valore alle cose che sembrano non averne più, esattamente come hanno scritto su quella magliettina. Little Bubu – chissà poi qual è il suo vero nome – nel frattempo è rimasto nel mio ufficio, vicino alla finestra. Guarda fuori, con lo sguardo di chi non ha molta voglia di stare nell’ufficio di un sindaco”.
E quindi: chi conosce Little Bubu? Sta aspettando il suo bimbo a Palazzo Landriani Caponaghi.