È stata assolta dall’accusa di omicidio perché incapace di intendere e volere, ma giudicata pericolosa socialmente. È la 58enne Valentyna Franchuk, la donna che, a maggio dello scorso anno, in preda ad un raptus di follia, uccise a bastonate la 90enne seregnese Rina Gonella, alla quale la stessa faceva da badante (guarda qui il servizio di monzabrianzaTV). Il tribunale ha stabilito che l’immigrata ucraina, difesa dall’avvocato Monica Mariani, dovrà stare ricoverata presso l’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere, dove già si trova attualmente, per almeno 5 anni (leggi la notizia).
Ogni sei mesi, la badante, verrà sottoposta a nuovi accertamenti psichiatrici, per verificare nuovamente la sua eventuale pericolosità sociale.
In queste ultime settimane, c’è stato anche l’interessamento sulle sorti della donna anche da parte del Consolato ucraino, che si è attivato su richiesta dei familiari della donna, che vivono nel loro paese d’origine.
C’è la possibilità che venga chiesta un’estradizione per far tornare la donna in patria, ed essere ricoverata in una struttura ucraina. La Franchuk, che a maggio dello scorso anno ha aggredito l’anziana che accudiva nella casa di quest’ultima in via Odescalchi, ha agito in preda ad un autentico raptus di follia. La perizia psichiatrica disposta dagli inquirenti, ha concluso infatti per l’assoluta incapacità di intendere e volere dell’immigrata al momento del fatto.
Già all’epoca della chiusura delle indagini da parte del sostituto procuratore di Monza Flaminio, l’esito del processo nei confronti dell’ucraina era praticamente scontato.
«Non ricordo nulla di quello che è successo alla nonna», aveva detto davanti al gip la cinquantottenne, riferendosi col termine ‘nonna’ alla povera Rita Gonella, a proposito della quale diceva di essere molto affezionata. La Franchuk si era presentata all’interrogatorio di garanzia davanti al gip in lacrime, con la Bibbia in mano. Aveva detto di sentire tanto in comune con l’anziana, a partire dal dolore per la recente morte di un figlio.
Le successive indagini, però, avevano chiarito che la badante ucraina aveva perso da poco il marito, e non invece il figlio. La mattina in cui era stata ferita a bastonate Rina Gonella, la Franchuk era stata vista dagli altri inquilini e da alcuni passanti colpire con il manico della scopa i vasi di fiori sul balcone, urlando all’impazzata, completamente fuori di sè.
Anche se i familiari della vittima non si erano mai accorti del precario stato di salute mentale della donna, che si era sempre comportata in modo corretto. Questi hanno nominato un avvocato, ma alla fine hanno deciso di non costituirsi parte civile. Inizialmente trasportata presso il nosocomio di Desio, l’ucraina era stata poi trasferita al carcere di Monza, prima di finire all’ospedale psichiatrico.