Aveva adescato su internet almeno sette ragazzine, di cui sei minorenni, usando un profilo fasullo e la foto di un’altra persona: il responsabile, un giovane marocchino di 20 anni residente a Seregno, è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione con il rito abbreviato. Era accusato di estorsione e violenza sessuale ai danni di alcune giovanissime residenti in gran parte in Brianza. Aveva estorto soldi sotto la minaccia di pubblicare on line immagini a luci rosse ricevute in chat.
La sentenza è stata pronunciata dal Gup di Monza, Federica Centonze. Le indagini sono scattate grazie alla denuncia di una diciottenne bergamasca, la quale si era rivolta ai carabinieri della Compagnia di Bergamo. Ai militari aveva raccontato tutto di questa drammatica faccenda: dietro la minaccia della diffusione dei video hot in rete, la ragazza è stata violentata e ha dovuto consegnare anche soldi, cellulari e altri dispositivi tecnologici. Ha dovuto cedere alle richieste del giovane marocchino, che su internet si era presentato con un profilo falso corredato dalla foto di un ragazzo italiano avvenente.
Un’esca perfetta per le giovanissime cadute nel tranello. La diciottenne, minacciata, lo ha dovuto incontrare perchè non voleva correre il rischio che le imbarazzanti immagini osè potessero essere diffuse in rete e che magari potessero essere viste dalla cerchia di amici e parenti. La ragazza, da poco maggiorenne, non poteva immaginare, però, che dietro quel “fake” potesse nascondersi un’altra persona, pronta a tenerla in scacco facendo leva sulla paura e la vergogna.
Con il passare del tempo le minacce si erano fatte sempre più pesanti, tanto da renderle l’esistenza ancora più complicata. Viveva in un incubo costante dal quale sembrava difficile trovare una via di uscita. Una quotidianità fatta di grandi preoccupazioni e apprensioni: uno scenario condiviso da altre giovanissime che si erano trovate in una situazione molto simile alla sua.
Almeno altre sei ragazzine, infatti, tutte minorenni, sarebbero state adescate dal giovane di origini nordafricane, ma la diciottenne bergamasca è stata l’unica ad aver avuto la forza di denunciare i fatti, costituendosi anche parte civile nel processo. Le indagini sono state avviate a Monza, dopo la denuncia della ragazza, dalla Procura per mano del Pm Alessandro Pepè. In primavera il ventenne è stato arrestato dai carabinieri e ora anche condannato. Il tribunale di Monza ha riconosciuto alla vittima dell’estorsione e della violenza sessuale anche la somma di 25.000 euro di risarcimento danni.