La Lega di Senago è sempre più spaccata, dopo l’ultimo consiglio comunale. Nella seduta di giovedì 23 febbraio, il capogruppo leghista Alessio Riva ha chiesto formalmente con una comunicazione scritta che la sua compagna di partito, Concetta Timpanaro, facesse un passo indietro e passasse tra le file della minoranza. Visto il diniego di Timpanaro, il documento è stato ritirato. Ma la situazione all’interno del Carroccio locale rimane tesissima e pronta a deflagrare in qualsiasi momento, in qualsiasi occasione di attrito. La locale sezione è divisa tra la maggioranza capitanata dal sindaco Magda Beretta e una fazione interna alla Lega, che fa riferimento al consigliere regionale Riccardo Pase, appena rieletto nel parlamentino di Palazzo Lombardia. Con la riconferma di Pase, con l’elezione di Timpanaro a presidente di una delle commissioni cardine com’è la commissione Legalità, la più simbolica dell’amministrazione Beretta, la situazione si fa se possibile ancora più critica.
Senago: la presidenza di una commissione il casus belli
I motivi della richiesta di fare un passo indietro rivolta alla consigliera Timpanaro derivano dalla decisione di quest’ultima di candidarsi alla presidenza della commissione Antimafia, in contrasto totale con le indicazioni della maggioranza di cui fa parte, che invece aveva avanzato la candidatura della consigliera Ornella Lavadini, patrocinata da Fratelli d’Italia. Facendo naufragare la proposta di FdI, Timpanaro si era candidata a sorpresa e ancora più a sorpresa è stata eletta con i pareri favorevoli della minoranza in commissione.
Senago: il commissario leghista ostenta serenità
Ora la maggioranza di centrodestra si trova una “indesiderata” alla presidenza di una delle commissioni, con il pieno sostegno del garante per la sezione del Carroccio, il commissario Fabio Massimo Boniardi, che nelle more del suo commento, chiarisce nel dettaglio le dinamiche che hanno condotto Timpanaro a diventare presidente: «Concetta rimane nella maggioranza e nella Lega, la lettera del capogruppo Riva è stata ritirata. Non trovandosi un accordo, al momento dell’elezione del presidente della commissione Antimafia fui io, personalmente a chiedere alla presidente Timpanaro di candidarsi. È tutto sotto controllo e si va avanti a lavorare per la città, da primo partito della città».