Segregò e minacciò di morte una escort in hotel a Desio: condannato l’aguzzino

Condannato a un anno e quattro mesi di carcere l'uomo che nel febbraio 2023 segregò e minacciò di morte una escort di 30 anni.
Carabinieri Desio
Carabinieri Desio

Aveva segregato in una camera di un hotel di Desio una escort trentenne di origine rumena, poi l’aveva picchiata e costretta al silenzio, stringendole attorno al collo il cavo del telefonino. Infine l’aveva abbandonata ed era fuggito via. Un fatto, che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia, quello avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 febbraio 2023. Successivamente il cliente violento, M.G. di 28 anni, originario della Puglia, era stato arrestato dai carabinieri per sequestro di persona. Nei giorni scorsi il tribunale di Monza lo ha condannato proprio per quell’episodio a un anno e quattro mesi di carcere, concedendogli le attenuanti generiche.

Segregò e minacciò di morte una escort in hotel a Desio: i fatti e l’allarme dell’amica

L’episodio era avvenuto in tarda serata, in camera l’uomo aveva costretto la trentenne a sniffare cocaina prima del rapporto, poi l’aveva picchiata e legata al collo costringendola a non parlare o urlare, infine l’aveva lasciata segregandola in camera per ore con i due cellulari spenti. Alla 1.30 un’amica della ragazza, anche lei rumena e residente in Brianza, preoccupata perché l’amica non rispondeva a telefono da molte ore, aveva dunque chiamato i carabinieri.

Segregò e minacciò di morte una escort in hotel a Desio: le indagini

A quel punto i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Desio avevano raggiunto l’hotel indicato dalla giovane e avevano trovato nella stanza la escort, da sola, a terra, che piangeva legata al letto. Era scioccata e piena di lividi. Erano poi scattate le ricerche dell’uomo che grazie alla descrizione della vittima e a un incrocio di dati, telecamere e celle telefoniche, era stato identificato e rintracciato.

Segregò e minacciò di morte una escort in hotel a Desio: i precedenti

In realtà su di lui pendevano dei precedenti importanti: infatti nel dicembre 2021 era stato condannato in primo grado dal tribunale di Pescara – insieme alla mamma detta “Lady Coumadin” – a 12 anni e 8 mesi, per il tentato omicidio del secondo marito di lei, un imprenditore abruzzese, avvenuto in Puglia nell’estate 2016. In quell’occasione, in concorso con la mamma, aveva utilizzato un farmaco anticoagulante per provocare alla vittima un’emorragia. L’uomo non era morto, ma i due erano stati processati per tentato omicidio. In carcere la mamma , che aveva poi commesso altri reati, si era suicidata.