Scuole superiori: «Se le regole non cambiano il 100% in classe è impossibile»

Prime indicazioni per il nuovo anno scolastico dopo un incontro tra prefettura e referenti. Ma per i dirigenti si tratta di una situazione ancora troppo complessa per pensare al rientro totale in presenza.
Esame maturita
Esame maturita Fabrizio Radaelli

«Una sola certezza per la ripresa delle scuole a settembre: ingressi scaglionati». I dirigenti delle scuole superiori hanno avuto questa comunicazione la scorsa settimana, durante una riunione con il prefetto Patrizia Palmisani e i referenti che partecipano al tavolo provinciale per la didattica in presenza.

«Massimo impegno perché nel prossimo anno scolastico il più alto numero possibile di studenti possa beneficiare della didattica in presenza. Il ritorno in aula al 100% rappresenta quindi l’obiettivo anche se resta ovviamente prioritario rispettare le misure di contenimento e contrasto del contagio in vigore» ha detto il prefetto.

In attesa di sapere se le scuole dovranno ancora mantenere il metro di distanziamento, le famose “rime buccali” i dirigenti stanno già iniziando a pensare a come potrà essere settembre.

Tutti in presenza o dovrà essere usata ancora la didattica digitale integrata, la domanda che aspetta ancora una risposta.

«È impossibile programmare il prossimo anno pensando a un ritorno completo della presenza degli alunni – commenta Elena D’Alò, dirigente del liceo Porta – se permane ancora il distanziamento di un metro. Per chi, come me, non ha aule molto ampie sarà impossibile garantire a tutti il rientro in aula. Con gli spazi attuali non posso accogliere più di una ventina di alunni, per questo penso che ci saranno ancora le turnazioni settimanali. Sono fiduciosa nella nuova succursale, che sarà pronta a settembre, in questo modo non avrò 11 classi che saranno costrette in didattica a distanza ma avranno le aule necessarie».

La questione degli spazi non riguarda solo il liceo delle scienze umane e linguistico di via della Guerrina ma anche tanti altri istituti superiori. Ne sono consapevoli i dirigenti del polo scolastico, composto da Mosè Bianchi, diretto dal Guido Garlati, Frisi, la cui preside è Lucia Castellana, Hensemberger, con Lina Ieracitano.

«Aspettiamo il secondo incontro con la Provincia, l’azienda dei trasporti – continuano i tre dirigenti del polo – e l’ufficio scolastico territoriale a metà luglio, al momento ci hanno chiesto di mantenere lo scaglionamento orario per gli ingressi e le uscite. Mentre ancora non sappiamo quanti alunni dovremo accogliere. Quel che è certo è che tutti abbiamo bisogno di spazi. L’impressione, al momento, è che la situazione sia peggiore dello scorso anno».

Il Mosè Bianchi ha perso la succursale di via Tommaso Grossi, a fronte di una diminuzione di classi prevista, il liceo Frisi metterà a disposizione l’aula magna come spazio per una classe, l’Hensemberger sta aspettando alcuni spazi dalla provincia.

«La maggior parte di noi non potrà riprendere con il 100 per cento degli alunni – continuano i dirigenti – in presenza come auspica la dirigente dell’ufficio scolastico se permane il metro di distanza. Se va bene riprenderemo a settembre così come abbiamo concluso, ovvero con il 70/80 percento di presenze, il resto degli alunni sarà a casa, ancora in didattica a distanza. La situazione è in fieri, non possiamo fare previsioni: certo auspichiamo che a breve il ministero dell’istruzione ci dia delle chiare e definitive indicazioni sulla questione del distanziamento. Speriamo che non aspettino l’ultimo momento per comunicare le loro decisioni».

Una lunga estate, per i dirigenti e lo staff di dirigenza, in cui dovranno organizzare il piano orario basato su due ingressi (alle 8 e alle 9) e relativi orari d’uscita (tra le 12 e le 15 a seconda del tipo di istituto).

Come chiosano gli stessi dirigenti, «si lavora senza soluzione di continuità. Un anno infinito».

A metà giugno il sindaco di Monza Dario Allevi, nel suo ruolo di delegato all’istruzione e politiche educative dell’Anci, ha scritto al ministro Patrizio Bianchi per chiedere in tempi brevi certezze sulle modalità del prossimo anno scolastico.

“Al momento non abbiamo alcuna indicazione su come dovrà partire il nuovo anno scolastico. I tempi cominciano ad essere stretti e non possiamo ritrovarci a ridosso del suono della prima campanella a rispondere agli avvisi per i finanziamenti, a programmare gli interventi di edilizia e ad organizzare le attività connesse con la scuola. I Comuni devono avere subito le informazioni sulle misure di sicurezza che saranno adottate per poter organizzare le attività e i servizi”.