Nemmeno il Patto per la Lombardia potrebbe portare bene alla scuola ex Borsa di Monza: i 4.500.000 euro per la sua riqualificazione, inseriti dalla giunta Scanagatti nell’elenco degli interventi che il Pirellone dovrebbe finanziare con i fondi governativi, potrebbero arenarsi.
«I tecnici – affermano dagli uffici del settore Bilancio della Regione – stanno valutando le richieste dei comuni capoluogo e delle province e non è detto che le accolgano tutte».
I funzionari esamineranno l’urgenza delle singole opere e la fase di avanzamento dei progetti, poi decideranno: per ora nessuno riesce a ipotizzare se a Monza le risorse arriveranno entro la fine del 2017 o se slitteranno ancora.
«La Regione non può tirarsi indietro – commenta l’ex sindaco Roberto Scanagatti – abbiamo inserito il restauro dell’ex Borsa nel Patto per la Lombardia proprio perché per tre anni la giunta Maroni ha rinviato lo stanziamento promesso».
Eppure anche questa mossa potrebbe non essere sufficiente a sbloccare la vicenda: lo stabile, intanto, è inagibile da cinque anni e i disagi per gli studenti del liceo artistico Valentini crescono. Da quest’anno, oltretutto, devono rinunciare alla palestra della Forti e Liberi dove sono in corso i lavori di ristrutturazione e ripiegare sul centro San Fedele, nel Parco. La presenza dei ragazzi, però, obbligherà il Comune a cancellare le iniziative che da anni vengono organizzate nella ex cascina, dalle mostre alle gare di atletica fino alle manifestazioni rivolte alle scuole.
«Cercheremo di definire con la Regione – anticipa l’assessore all’Istruzione Pier Franco Maffé – il destino di quei fondi dato che è un impegno che tutti intendono rispettare».
Il recupero dell’ex civica rappresenta l’emergenza maggiore sul fronte dell’edilizia scolastica ma in parecchi altri istituti ci sono magagne da sistemare: «Negli ultimi quindici anni – assicura Maffé – il Comune ha speso tanto, eppure le famiglie hanno la percezione che sia stato fatto molto poco. Nelle prossime settimane forniremo le cifre ed elaboreremo un piano triennale degli interventi urgenti in modo da dare qualche certezza anche ai dirigenti scolastici».
Una ricognizione effettuata un paio di anni fa è impietosa: «Per completare le manutenzioni necessarie e adeguare gli impianti – ammette il vicesindaco Simone Villa – occorrerebbero alcune decine di milioni. È una somma che potrebbe spaventare, ma è determinata dalla vetustà di molti edifici: in alcuni casi converrebbe dismetterli, ma mancano le alternative».