Scuola, il “super fioretto” per 300 studenti di Monza: fumo, cellulare, sesso e altre rinunce

All’istituto Hensemberger di Monza circa 300 studenti hanno raccolto la “provocazione” del docente di religione accettando diverse rinunce.
Giovani app tecnologia - Immagine di nensuria su Freepik
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Rinunciare a qualcosa per migliorarsi, una rivisitazione in chiave pedagogica dei fioretti. All’istituto Hensemberger di Monza circa 300 studenti hanno raccolto la “provocazione” lanciata dal docente di religione, Lorenzo Fossati e, in queste settimane di quaresima, hanno deciso di rinunciare ad alcuni comportamenti e azioni.

Scuola, il “super fioretto” per 300 studenti di Monza: l’idea del prof di religione dell’Hensemberger

Una proposta educativa che ha raccolto consensi sia tra chi segue le lezioni di religione che tra chi non le segue ma ha voluto mettersi in discussione. Così c’è chi ha rinunciato al fumo, chi alla disobbedienza verso i genitori, chi cerca di limitare l’uso del cellulare, chi sta imparando a migliorare i rapporti umani, chi invece punta a migliorare il profitto scolastico. Una vasta gamma di rinunce nate proprio dagli stessi alunni, ognuno dopo aver ascoltato il progetto lanciato dal docente ha scelto, in totale libertà, di cosa privarsi.

Scuola, il “super fioretto” per 300 studenti di Monza: «Proposta di grande valenza educativa»

«Una proposta che ha una grande valenza educativa – commenta Petronilla Ieracitano, la dirigente – e che ha trovato larghi consensi tra i ragazzi e anche nel corpo docente. Una modalità diversa, stimolante e curiosa perché possano responsabilizzarsi imparando a fare delle rinunce migliorandosi come persone». La partecipazione di gruppo è la chiave di volta, lo stimolo che porta i ragazzi a tener fede all’impegno preso, il fatto di condividere tutti uno stesso progetto li spinge a migliorarsi – dice la scuola – anche perché, ognuno pian piano, vede i frutti delle rinunce.

Scuola, il “super fioretto” per 300 studenti di Monza: parla il docente

«Ben diciotto classi hanno raccolto la mia proposta che è partita da un esempio molto semplice – racconta il docente Fossatie da alcuni aneddoti che ho raccontato loro. Questo li ha incuriositi, spinti a mettersi in discussione e cercare qualcosa di personale su cui lavorare per capire a cosa potessero rinunciare. Sono emerse le idee più variegate dal non fumare ad alcuni aspetti legati alla sessualità “usa e getta” (che li ha portati a rivedere il concetto di relazione e soprattutto di amore) per poi passare all’obbedienza dei genitori, sino all’uso del cellulare. Qualcuno ha imparato a non fare più il riposino pomeridiano riscoprendo il tempo per studiare, migliorando i profitti scolastici».

Scuola, il “super fioretto” per 300 studenti di Monza: il controllo di compagni e genitori e le telefonate in diretta

Tanti buoni propositi, si potrebbe pensare, ma come fare a verificare che davvero stanno rispettando il “patto” non scritto con se stessi e con la scuola? Semplice. Ci sono i compagni di classe che li controllano e poi i genitori che vengono coinvolti per controllare. «Per avere la controprova capita che durante la lezione chieda ai ragazzi come sta andando e per essere certo faccio chiamare la mamma – continua il docente – in diretta. Così in vivavoce chiedo se tutto procede e, nel 99,9% delle volte la risposta è positiva anzi alcuni chiedono di continuare ancora perché vedono gli effetti positivi di questa proposta. Mi sono reso conto del loro cambiamento, li osservo e vedo che ci tengono davvero, notano i miglioramenti, dalle sorelle che non litigano più o se capita si chiedono scusa, al ragazzo che ha smesso di fumare o chi ha migliorato il rendimento. Il gruppo, la condivisione il lavorare insieme, il sentirsi parte di una squadra è la chiave del successo di quest’idea».

Scuola, il “super fioretto” per 300 studenti di Monza: l’obiettivo

Il progetto si concluderà con la Pasqua, i migliori riceveranno un regalo, ma la vera finalità è che questo sia solo il primo step che li aiuti a costruirsi delle solide fondamenta su cui poi da soli continueranno a lavorare. «L’autostima ne trae grandi benefici – conclude il docente – l’obiettivo è che si possano davvero fidare dell’adulto, che si sentano ascoltati. Una riscoperta del valore dell’autorità che si è persa ma soprattutto che acquisiscano fiducia verso l’adulto».