Giovedì 30 aprile è il giorno del secondo e ultimo screening alla scuola dell’infanzia il Cartoccino per monitorare la situazione dopo lo scoppio del caso di scabbia della scorsa settimana. Giovedì scorso si è verificato il primo caso e da subito le famiglie si sono spaventate, lanciando l’allarme e chiedendo la chiusura della scuola per la disinfestazione dell’intera struttura.
In realtà l’emergenza non è mai arrivata a tanto: la decisione di chiudere spetta all’Asl, ma le autorità sanitarie hanno preferito non prendere il provvedimento più drastico. Un fatto che peraltro ha reso più spigoloso il rapporto con le famiglie.
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Al momento nella scuola dell’infanzia sono stati individuati due casi tra i circa duecento bambini che la frequentano, lunedì è stata controllata una parte dell’utenza e non sono state registrate altre infezioni.
Allarme a parte, dopo il riconoscimento dei casi l’Asl è prima intervenuta fornendo la documentazione necessaria prima alla direzione e quindi a cascata ai genitori, incluso il rinvio ai pediatri di famiglia per la diagnosi. Proprio lo scorso giovedì la scuola ha chiesto alla famiglie di portare a casa tutti gli oggetti personali dei bambini, giocattoli e peluches oltre a salviette e bavaglini, per lavarli e sterilizzarli proprio per precauzione.
«Lo scorso venerdì c’è stato l’incontro con gli ispettori dell’ufficio d’igiene a cui hanno partecipato numerosi genitori- spiega Anna Cavenaghi, direttrice del plesso-. È stata l’occasione per conoscere meglio questa tipologia di malattia, le famiglie sono state rassicurate, il medico Alessandro Lodato ha risposto a tutte le domande che gli sono state fatte puntualizzando che spesso, a quest’età, i bambini possono soffrire di dermatite».
Poi il tentativo di tranquillizzare le famiglie: «Capisco la preoccupazione dei genitori, più che legittima, ma è fondamentale che ciascuno faccia la sua parte, altrimenti si creano equivoci e confusione. A oggi non sono stati registrati altri casi».