Rosy Bindi a Seregno: «La mafia si sconfigge ammettendo che è tra noi» – VIDEO

VIDEO - Doppio appuntamento per discutere di mafia e lotta alle mafie a Seregno: un incontro con Rosy Bindi e la marcia di Libera con la collaborazione del Collettivo Ag!tamente.
Seregno - Rosy Bindi tra Gianni Bottalico e Luigi Losa
Seregno – Rosy Bindi tra Gianni Bottalico e Luigi Losa Paolo Colzani

La Lombardia è la quarta regione in Italia per infiltrazioni mafiose sul suo territorio, la prima escludendo quelle del sud. Lo ha ricordato Rosy Bindi, presidente uscente della commissione parlamentare antimafia, intervenendo venerdì nella sala Gandini di via XXIV Maggio a Seregno all’incontro sul tema “Criminalità e politica”, promosso dal Circolo locale delle Acli, con il supporto del Circolo culturale San Giuseppe e dell’Associazione Dare un’anima alla città.

Introdotta da Gianni Bottalico, già presidente nazionale delle Acli, Bindi, di fronte tra gli altri al prefetto di Monza e Brianza Giovanna Vilasi, ha risposto alle domande di Luigi Losa, direttore di L’Amico della Famiglia e già alla guida del Cittadino, sottolineando che «il primo passo per sconfiggere le mafie è ammettere la loro presenza. La popolazione di Seregno non si deve sentire offesa quando è accostata alle mafie. Ovviamente, non tutti i residenti qui sono mafiosi e la città ha la forza per reagire a quel che è accaduto».Il riferimento è stato alle vicende giudiziarie degli ultimi mesi.

Per il resto, la presidente, ricordando con emozione il quarantesimo anniversario della strage dei via Fani a Roma e del rapimento del presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro, ha spiegato che «il terrorismo è stato sconfitto perché si opponeva allo Stato, così come è stata sconfitta la mafia stragista. Diverso è il discorso per la mafia odierna, che cerca relazioni e quindi chi la dovrebbe combattere finisce per fiancheggiarla».

Sempre a Seregno, sabato mattina si sono svolte le celebrazioni volute da Libera Monza e Brianza, con la collaborazione del Collettivo Ag!tamente, in occasione delle ventitreesima giornata della memoria e dell’impegno, in memoria delle vittime innocenti della mafia. La pioggia battente ha costretto a limitare il corteo per le vie del centro storico, partito da piazza Segni e terminato in piazza Risorgimento, dove “L’Auditorium” ha ospitato la lettura dei novecentosessanta nomi delle vittime, che ha coinvolto la società civile e le scuole.

A dare il via a questo percorso è stato Giorgio Zanzi, commissario straordinario del Comune di Seregno. Tra i presenti anche Piermario Galli, sindaco di Barlassina, e Daniele Nava, primo cittadino di Carnate. «Abbiamo scelto di spostarci a Seregno per questo appuntamento -ha commentato Valerio D’Ippolito, referente di Libera Monza e Brianza-, per aiutare e svegliare questa città, che dopo aver visto dimettersi il consiglio comunale ora corre il rischio di un suo scioglimento per mafia. È chiaro che non tutti i cittadini siano mafiosi, ma il fenomeno va circoscritto ed espulso dal corpo sociale, perché pericoloso». A chiudere la programmazione è stata la proiezione del film “Sicilian Ghost Story”, che racconta la triste vicenda del piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso e sciolto nell’acido per mano mafiosa.