Ritrova l’armadietto vuoto e chiama i carabinieri, ma era solo quello sbagliato

Era totalmente convinto che i ladri avessero forzato il lucchetto del suo armadietto in plaestra e ha chiamato i carabinieri. Finendo per doversi scusare.
Spogliatoio - Image by wavebreakmedia_micro on Freepik
Spogliatoio – Image by wavebreakmedia_micro on Freepik

Era totalmente convinto che i ladri, dopo aver forzato il lucchetto del suo armadietto gli avessero fatto piazza pulita di tutto, ma proprio di tutto, una borsa contenente documenti, quindi anche la patente, bancomat, carte di credito e anche la chiave della sua autovettura. Roba da impazzire. E il furto, sempre fermo nella sua convinzione, era stato messo a segno tra le 19.30 e le 20.30.

Ritrova l’armadietto vuoto e chiama i carabinieri, è successo in una palestra di Arcore

A quel punto la vittima di quella razzia inaspettata, anche perché sarebbe stata messa a segno all’interno di una palestra in via Monte Rosa, ad Arcore, non ha potuto fare altro che chiamare i carabinieri per denunciare il misfatto. Poco dopo una gazzella con a bordo i militari arriva sul posto e comincia a prendere visione delle tracce del reato, l’armadietto forzato, eventuali tracce dei delinquenti che non si erano fatti scrupolo nell’accedere alla palestra per consumare il loro disegno criminoso, viene sentito anche il titolare della palestra per sapere se avesse visto movimenti strani o persone estranee, ma niente. Nulla di tutto questo.

Ritrova l’armadietto vuoto e chiama i carabinieri, l’uomo ha avuto un’illuminazione e poi si è scusato

È stato un lampo, poi, che ha illuminato il buio di quella scena. Carabinieri, la vittima, il titolare della palestra, in silenzio, si guardavano l’un con l’altro fantasticando a 360 gradi quando il “derubato”, candidamente bofonchia: “Un momento, forse ho sbagliato armadietto...”. Tutti si guardano in faccia increduli, poi, sempre il derubato prende in mano la chiave dell’armadietto, si avvicina a quello di fianco, infila la chiave nel lucchetto e… voilà, l’armadietto, quello giusto, si apre. E dentro c’è tutto, il borsone con tutti i documenti, la carta di credito, il bancomat, la patente, la chiave della macchina. A quel punto, col viso contratto per il disagio e per la vergogna, l’ex “derubato”, tira un sospiro di sollievo e chiede scusa.