Ristorante devastato dall’alluvione «Addio Cesano, lavorerò all’estero»

Una commerciante ha deciso di dire basta. Chiuderà per sempre la sua attività e se ne andrà all’estero. L’alluvione dell’8 luglio scorso a Cesano non ha provocato feriti, ma paradossalmente una vittima sì.
Isabella Morganti.
Isabella Morganti. Cristina Marzorati

Una commerciante ha deciso di dire basta. Chiuderà per sempre la sua attività e se ne andrà all’estero. Gli altri pensano di rivolgersi a un perito, un ingegnere idraulico o qualcosa di simile, perché un episodio del genere non si deve più ripetere. L’alluvione dell’8 luglio scorso a Cesano non ha provocato feriti, ma paradossalmente una vittima sì. Lei è Isabella Morganti, lo scorso ottobre aveva aperto il suo primo ristorante.

A inizio luglio l’ondata di acqua, fango e liquami fuoriuscita dal Comasinella, ha distrutto la cucina della sua attività in via Nazionale dei Giovi accanto alla tenenza dei carabinieri. Lunedì c’era anche lei all’incontro col sindaco, Gigi Ponti, insieme a una manciata di altri operatori della Nazionale, tra produttori di mobili e negozianti. Si è parlato del rimborso del danno e soprattutto di cosa sta facendo l’amministrazione comunale, per evitare un “8 luglio bis”.

«Alla fine, in sintesi, se la Regione Lombardia non riconoscerà lo stato di calamità – dice con tono amaro Isabella – noi non avremo alcun rimborso. Vi sembra un paese in cui vivere? Quando ho aperto la mia attività, sono stata strozzata dalla burocrazia, tra lungaggini e carte di ogni genere. Oggi che ho bisogno io, non c’è alcun tipo di aiuto concreto. La soluzione? Per me è andare all’estero. Sono pronta anche a strappare la carta d’identità. Basta, non ne voglio più sapere dell’Italia. Non ti aiuta nessuno. Ho chiesto anche di avere qualche agevolazione in sgravi fiscali. La risposta del Comune è stata che se ne riparlerà a settembre. Sono 20 giorni che non sto lavorando, come faccio a ripartire se non ci sono subito agevolazioni?».

Isabella ha anche proposto di realizzare a sue spese un’opera per salvaguardare il ristorante. «Anche qui la replica è stata basta che non intralci o danneggi altre proprietà». Roberto Crippa, titolare dell’omonimo mobilificio e esposizione tra le vie Santo Stefano e Nazionale dei Giovi, ha subito la sua seconda alluvione. «Era successo vent’anni fa». Mentre stiamo parlando nel suo ufficio, gli operai stanno lavorando nello scantinato, per installare una seconda pompa d’aspirazione. «Mi costerà circa 800 euro, ma non m’interessa, devo tutelare il mio lavoro».

Anche lui dichiara che dall’incontro col sindaco è emerso poco. «Tutto dipende dalla Regione, ma la nostra preoccupazione è che si ripeta ancora e soprattutto la vasca di contenimento è stata manutenuta a dovere? Vogliamo chiedere l’intervento di un perito, che valuti l’opera e come viene tenuta». Il sindaco ribadisce: «L’evento è stato eccezionale, la vasca realizzata al Villaggio Snia è molto capiente, ma i fatti dell’8 luglio sono andati oltre ogni previsione. La manutenzione? Effettuata regolarmente».