Rapine con l’auto della suocera morta, incastrati i due rapinatori brianzoli

I due, di 51 e 60 anni, armati di pistola, puntavano alle casseforti con i soldi per le pensioni ma si erano dovuti accontentare di poche centinaia di euro
Un frame di un video diramato dall’Arma durante una delle rapine

Sono entrambi domiciliati in provincia di Monza e Brianza i due uomini, di 51 e 60 anni, già detenuti nel carcere di Bergamo, colpiti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Milano ed eseguita dai carabinieri in quanto considerati i responsabili di due rapine agli uffici postali di Garbagnate Milanese e Gorgonzola, a luglio e agosto. Avrebbero agito in concorso, travisati, utilizzando una pistola.  Il 60enne, ulteriore aggravante, sarebbe stato in semilibertà.

I due rapinatori brianzoli puntavano alle casseforti

I militari della Compagnia di Rho – Sezione Operativa, indagando sulle modalità delle due rapine attraverso l’analisi dei passaggi ai varchi stradali, delle immagini della videosorveglianza della zona e degli obiettivi rapinati, oltre che con pedinamenti e individuazioni fotografiche, sono giunti ai due brianzoli i quali, in entrambe le rapine, miravano al contenuto delle casseforti di sicurezza degli uffici “consapevoli – dicono dall’Arma – del fatto che nelle stesse fossero contenute ingenti quantità di denaro contante essendo quei giorni dediti ai pagamenti delle pensioni“.

Pistola contro le dipendenti, bottini di poche centinaia di euro

Puntando la pistola al volto delle dipendenti e con minacce avrebbero tentato in entrambe le occasioni di accedere al locale casseforti ma il tentativo era stato vanificato dalla temporizzazione dei forzieri, tanto che i due malviventi si erano dovuti accontentare di poche centinaia di euro, 294 e 655, contenute negli sportelli.

L’auto della suocera morta del cognato e il tatuaggio

Il 50enne è stato il primo a finire nella rete degli investigatori dell’Arma: dall’analisi dei varchi stradali e attraverso un incrocio di banche dati è emerso che la vettura utilizzata per i colpi era intestata alla madre defunta di un cognato. Quanto al 60enne, a tradirlo è stato un tatuaggio inquadrato da una telecamera di uno degli uffici. I due si trovavano già in carcere, arrestati in flagranza per una rapina aggravata presso un istituto di credito di Villongo, nella Bergamasca.