Quaranta profughi in Brianza Da giovedì sono a Monza e Carnate

Sono uomini, giovani e fuggono dalle guerre e dalla fame in Siria, Gambia, Pakistan, India: sono i 16 richiedenti asilo ospitati da giovedì notte in un residence di Carnate e i 24 alloggiati al centro Spallanzani di Monza.
Profughi a Monza nel 2011
Profughi a Monza nel 2011 Radaelli Fabrizio

Sono uomini, giovani e fuggono dalle guerre e dalla fame in Siria, Gambia, Pakistan, India: sono i 16 richiedenti asilo ospitati da giovedì notte in un residence di Carnate e i 24 alloggiati al centro Spallanzani di Monza. Nei prossimi giorni saranno smistati in diverse strutture brianzole: a Carnate, con tutta probabilità, ne resteranno 4 mentre alcuni potrebbero essere dirottati in altri comuni del vimercatese. A breve potrebbero essere raggiunti da 40 disperati che, a rischio della vita, cercano scampo in Italia: il nostro territorio, infatti, ha fornito la disponibilità ad accogliere 80 persone, un numero molto inferiore alle 350 del 2011, quando scoppiò il conflitto in Libia.

Il loro arrivo è stato, in qualche modo, preannunciato nelle scorse settimane dal ministero dell’Interno che, tramite la Prefettura, ha chiesto ai comuni di mappare le possibilità di sistemazione. Proprio per questo a livello provinciale è stata riattivata la rete tra amministrazioni locali e associazioni di volontariato, coordinate dal Consorzio Comunità Brianza, che ha gestito l’emergenza Libia e, tramite il progetto Zaccaria, ha aiutato i profughi a inserirsi nel tessuto locale o a trasferirsi all’estero. Sindaci e volontari pensavano, però, di avere qualche giorno in più a disposizione: i tempi, invece, sono stati anticipati in seguito all’intensificarsi degli sbarchi sulle coste siciliane. «Ci hanno convocato – spiega il vicesindaco di Monza Cherubina Bertola – giovedì pomeriggio e ci hanno comunicato che i giovani sarebbero giunti nella notte. Siamo rimasti spiazzati: le cooperative non hanno avuto il tempo di attrezzarsi e ci siamo organizzati in tutta fretta. Già lunedì o martedì i richiedenti asilo dovrebbero essere trasferiti in altri centri». Gli arrivi, assicura, dovrebbero creare meno preoccupazione rispetto a tre anni fa: «Grazie alla rete costruita – afferma la Bertola – il nostro approccio è più sereno. Speriamo, comunque, di avere almeno una settimana prima dell’arrivo di altri stranieri».

I costi dell’accoglienza, compresa quelli dell’assistenza sanitaria e l’insegnamento dell’italiano, saranno a carico del ministero che ha stanziato 30 euro al giorno per ogni richiedente asilo. L’impegno è duramente criticato dalla Lega Nord: «Le poche risorse che abbiamo a disposizione – tuona il capogruppo in Regione Massimiliano Romeo – devono essere destinate ai nostri disoccupati e non ad alimentare il traffico degli schiavi e ad arricchire scafisti senza scrupoli».