Progetto Dama, all’ospedale di Vimercate il servizio che collega la persona disabile e il care giver con le cure

Il progetto DAMA per gravi portatori di disabilità prende vita all’Ospedale di Vimercate. In un mese presi in carico 56 pazienti. Di cosa si tratta.
Ospedale di Vimercate Progetto DAMA Guido Grignaffini, Direttore Sociosanitario ASST, Tiziana Fraterrigo, Direttore PS Vimercate, Marco Vergani, Responsabile infermieristico del Dipartimento di Area Medica. E ancora, a seguire: Andrea Vertemati, Elisa Misani e Cinzia Galletta , équipe del DAMA
Ospedale di Vimercate Progetto DAMA Guido Grignaffini, Direttore Sociosanitario ASST, Tiziana Fraterrigo, Direttore PS Vimercate, Marco Vergani, Responsabile infermieristico del Dipartimento di Area Medica. E ancora, a seguire: Andrea Vertemati, Elisa Misani e Cinzia Galletta , équipe del DAMA

Il progetto DAMA, acronimo di Disabled Advanced Medical Assistance ovvero assistenza medica per portatori di grave disabilità, arriva in Brianza e prende vita all’interno dell’Ospedale di Vimercate.

«Il Progetto, che ha nell’Ospedale di Vimercate il suo centro di riferimento per quanto riguarda l’accesso alle visite e prestazioni strumentali – spiega Marco Trivelli, direttore generale di Asst Brianza – si integra nel quadro più articolato dell’offerta dell’ASST rivolta alle disabilità».

Progetto Dama, all’ospedale di Vimercate: la rete nazionale nata a Milano nel 2000

Il Dama di Asst Brianza aderisce alla Rete DAMA nazionale nata dall’esperienza sviluppata dall’equipe del dottor Filippo Ghelma all’Ospedale San Paolo di Milano dal 2000. Si rivolge, secondo quelli che sono i criteri stilati dai suoi creatori, a persone con gravi deficit cognitivi, comunicativi e neuro-motori che abbiano compiuto 18 anni di età, in particolare alle persone con disturbi dello spettro autistico, sindromi congenite, post infezioni o traumi perinatali, portatori di deficit motori gravi post traumatici o in malattie neuromotorie quali distrofia muscolare, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica.

Progetto Dama, all’ospedale di Vimercate: l’obiettivo

Ciò che il progetto si pone come obiettivo non è la modifica del «come» si esegue la professione medica destinata alle persone diversamente abili, ma un diverso l’utilizzo, più razionale, delle risorse disponibili: il progetto si fa quindi interlocutore tra il cittadino portatore di disabilità o il suo care giver e i servizi dell’ospedale, andando incontro alle sue specifiche necessità, costruendo percorsi ambulatoriali customizzati sulle necessità speciali di pazienti la quale cura spesso risulta difficoltosa.

«Ho realizzato che nella nostra organizzazione sanitaria noi non eravamo capaci di rispondere ai diritti di tutte le persone. Ci siamo sempre fossilizzati sulla cura di un paziente standard – racconta il dottor Ghelma in merito alla nascita del progetto Dama 23 anni fa – capire che realizzare questo progetto era possibile é stato quello che ha fatto crescere Dama».

Progetto Dama, all’ospedale di Vimercate: l’accesso al sistema

L’accesso al sistema Brianzolo per il paziente avente i requisiti avviene unicamente in modo telefonico da parte del medico di medicina generale che ne prescrive gli esami o del care giver. Qui, lo staff medico guidato dal dottor Andrea Vertemati inizia il processo di raccolta dati anamnestici e personali del paziente: le sue necessità speciali, i bisogni ed i limiti. L’utente accederà poi ai servizi dell’ospedale attraverso le strutture del progetto DAMA ed in un modo più coordinato rispetto, magari, ad un normodotato.

Progetto Dama, all’ospedale di Vimercate: in un mese presi in carico 56 pazienti

Poche sono ancora le realtà di questo tipo in Lombardia, pertanto l’esperienza vimercatese, attiva da appena un mese e fino ad oggi mai pubblicizzata, è destinata a crescere in maniera esponenziale: «In un solo mese di attività abbiamo preso in carico 56 pazienti con disabilità, superato le 35 ore di colloqui telefonici che ci hanno permesso di erogare 218 prestazioni ambulatoriali – ha concluso il dottor VertematiOvviamente siamo all’inizio, ci siamo formati e ci formeremo ancora di più. Sicuramente non abbiamo la pretesa di essere di dire di essere arrivati e, da parte nostra, crediamo ci sia ampio margine miglioramento».