Professione fotografo della Scuderia Ferrari, il caratese Alberto Crippa si racconta

"Questo è il ventiseiesimo anno che seguo la Formula 1, a Barcellona ho festeggiato i 500 Gran Premi. Sono sposato da ventitré anni e ho un figlio di venti"
Alberto Crippa, a Barcellona ha festeggiato il suo 500esimo Gp dal profilo Instagram

Un giorno nella vita di un fotografo di Formula 1. Alberto Crippa, brianzolo doc, nato a Canonica Lambro e residente a Carate Brianza, lavora da 26 anni come professionista nel mondo della Formula 1 e, con un pass permanente che gli consente di essere presente a tutti i Gran Premi della stagione, è fotografo ufficiale del Cavallino Rampante.

Il fotografo brianzolo della Ferrari F1: “Giornate frenetiche”

Come si svolge il giovedì tipo di un fotografo di Formula 1?

“Questa mattina sono arrivato di buon’ora per non trovare traffico ed essere puntuale per dare inizio a tutte le attività che dovevo svolgere. Siccome le giornate di un weekend di Gran Premio sono molto frenetiche anche dal punto di vista delle pubbliche relazioni, approfitto del mattino del giovedì”.

Cosa significa essere il fotografo di Ferrari?

“Lavorando con il team Ferrari, il mio focus e la mia giornata sono improntati su di loro: seguire le varie attività della scuderia per gli sponsor, le attività con i media e le interviste fuori dal motoroom, la conferenza dei piloti. Oggi ad esempio, per essere Monza è stato un giovedì tranquillo: nei box i piloti hanno provato le posizioni di guida, c’era la nuova livrea speciale da fotografare e, verso sera, Carlos (Sainz n.d.r) ha fatto il track walk. Nulla toglie ovviamente che se vedo altri piloti fare conferenze o interviste possa fotografarli. Alla fine seguo a trecentosessanta gradi quello che è il mondo della Formula 1”.

Crippa il fotografo della Ferrari: “Vita nomade, la faccio da 26 anni e sono sposato da23”

Quella di un fotografo che segue tutto il campionato di Formula 1 è una vita un po’nomade, come gestisci la cosa?

“Questo è il ventiseiesimo anno che seguo la Formula 1, a Barcellona ho festeggiato i 500 Gran Premi. Sono sposato da ventitré anni e ho un figlio di venti. Quando conobbi mia moglie facevo già questo lavoro. È davvero una vita nomade, e quello che spesso la gente non capisce o non immagina sono le diverse sfaccettature: oltre alla professione ci sono altre cose voli aerei, fusi orari, cambiare letto, ristoranti… Non basta il lavoro in sé e per sé, ci deve essere anche la passione. Dopo il Gran Premio di Monza ci sarà metà stagione condensata in tre mesi. Finita la gara di domenica io scenderò a Maranello e poi via per Singapore”.