Pippo Civati lascia il gruppo del Pd. L’ha annunciato mercoledì e ne dà notizia il Post, anticipando l’annuncio ufficiale. Il deputato monzese aveva commentato in maniera molto dura il governo Renzi in occasione dello sciopero generale della scuola (“Il Pd sulla scuola ha tradito i suoi impegni elettorali”, aveva detto in piazza a Roma) e nei giorni scorsi non aveva dato il suo voto per l’approvazione dell’Italicum,
«Non ho più fiducia, non sosterrò il governo e per questo lascio il gruppo del Pd», ha riferito Civati al Post , il quotidiano online diretto da Luca Sofri, commentando le sue intenzioni.
Il monzese, classe ’75, è stato uno dei candidati alla segreteria del partito durante l’ultimo congresso ed è entrato in Parlamento dopo una lunga esperienza da consigliere regionale in Lombardia. Qualche anno fa era stato vicino a Matteo Renzi, ai tempi della Leopolda, ma da tempo le posizioni tra i due sono molto diverse. E Civati era diventato il leader dei “civatiani”, minoranza critica all’interno del Partito democratico.
La notizia è stata data dal Post intorno alle 13.30. Circa mezzora più tardi, Civati ha pubblicato sul suo blog un post dal titolo “L’energia che può cambiare la nostra vita” in cui racconta di Nikola Tesla, del suo “decisivo impulso alla seconda rivoluzione industriale”, della Tesla Energy e del Powerwall. Di invenzioni e impatto rivoluzionario sulle vite di ciascuno.
Per arrivare a parlare di politica: «A un certo punto, senza preavviso, è semplicemente capitato che un giorno alcune persone con cui pensavamo di aver condiviso questa visione hanno cambiato idea. Hanno promosso e approvato – senza voler parlare di leggi elettorali, riforme del lavoro e della costituzione – cementificazioni e trivellazioni, e ce li siamo trovati in tivù a deridere le ragioni di chi difende l’ambiente o crede che il futuro passi attraverso soluzioni differenti. Peccato (soprattutto per loro): perché invece il futuro sarebbe a portata di mano, basterebbe imparare a sposare tradizione e cambiamento, coniugando cose antiche come i diritti e nuovissime come l’innovazione. Questa è la storia che mi interessa raccontare, sin dall’inizio, mi spiace per chi ha cambiato idea ma per quel che mi riguarda continuerò a farlo con tutti quelli che lo vorranno. Secondo me sono tantissimi».