Politica: Grimoldi, Salvini e il Comitato del Nord, cosa succede nella Lega

Paolo Grimoldi spiega che Il Comitato del Nord di Umberto Bossi non è una corrente e tantomeno una prova di scissione. Cosa sta succedendo nella Lega.
Monza Paolo Grimoldi
Monza Paolo Grimoldi Fabrizio Radaelli

Non è una corrente né, tantomeno, una prova generale per una eventuale scissione: Paolo Grimoldi lo mette subito in chiaro. Il Comitato del Nord promosso da Umberto Bossi all’indomani del tracollo elettorale, che lui sta coordinando insieme all’eurodeputato Angelo Ciocca, rappresenta il tentativo di tornare alle origini della Lega e di recuperare i temi che hanno consentito al partito di crescere. Si interseca, però, con le proteste di militanti e dirigenti che chiedono la testa di Matteo Salvini.

Politica, cosa succede nella Lega: l’analisi di Grimoldi

«Domenica 25 settembre – spiega Grimoldi – abbiamo preso l’8,8% su scala nazionale grazie ai voti del Sud. Calcolando solo quelli ottenuti al Nord saremmo al 4%, ovvero al nostro minimo storico. In Brianza siamo ripiombati ai livelli del 2013, uno dei nostri momenti peggiori: ritengo che una riflessione vada fatta. Dobbiamo interrogarci sugli errori commessi, invece vedo tanti leghisti esultare per il successo del centrodestra: ha vinto Giorgia Meloni, mentre noi abbiamo preso una mazzata galattica».

Grimoldi, che tra qualche giorno terminerà il suo mandato alla Camera, prova a mettere in fila i motivi della batosta: «Abbiamo impostato la campagna elettorale – afferma – parlando di balneari e promettendo il ponte sullo Stretto di Messina e non ci siamo occupati di autonomia, di residuo fiscale, di lavoro, di pensioni, della Pedemontana veneta e di quella lombarda, della necessità di accelerare l’iter per il prolungamento della metropolitana a Monza. Tra le priorità del nuovo governo che il consiglio federale ha indicato lunedì figura la pesca, ma non l’autonomia: proseguendo su questa strada non potremo recuperare consensi al Nord».

L’ormai ex deputato punta il dito contro i commissariamenti che da dicembre hanno investito molte sezioni locali e provinciali in cui sono stati sostituiti i segretari eletti: «Non si è mai visto – commenta – un movimento autonomista comportarsi come un partito centralista: è necessario convocare subito i congressi, compresi quelli regionali» per poi arrivare a quello federale.

Il Comitato del Nord, aggiunge, ha riscosso un favore inatteso: «Hanno già aderito – assicura – molti sindaci e parlamentari: ora dovremo strutturarci anche se non l’avevamo preventivato. A breve vareremo un coordinamento dei primi cittadini».

Politica, cosa succede nella Lega: il commissario provinciale Villa frena

In Brianza, secondo il commissario provinciale Andrea Villa, le adesioni sarebbero scarse: «Lunedì – precisa – ho incontrato i sindaci e gli amministratori locali e nessuno sembrava interessato. Non abbiamo bisogno di nuovi gruppi o di correnti perché la forza della Lega è sempre stata l’unità e non abbiamo mai abbandonato la battaglia per l’autonomia. In primavera ne ha parlato Attilio Fontana a Monza, il segretario lombardo Fabrizio Cecchetti ha fatto costantemente il punto con i parlamentari e il ministro Mariastella Gelmini ha più volte affrontato la questione con i presidenti delle regioni. Ogni campagna elettorale tocca temi di attualità: in questa ci siamo concentrati sui rincari delle bollette energetiche e sull’introduzione di quota 41 per le pensioni».

La segreteria di Salvini, a suo parere, non può essere messa in discussione: «Se andava bene quando prendevamo il 30% – nota – non vedo perché non dovrebbe andare bene oggi».