Non le aveva mandate a dire giusto poche settimane fa, candidato in una posizione che mai, diceva, gli avrebbe permesso di tornare in parlamento. Il giorno dopo le elezioni che hanno fatto crollare la Lega sotto il 9% nazionale è il momento di togliersi i sassolini – macché, i macigni – dalle scarpe. Paolo Grimoldi, ormai ex deputato di Monza del Carroccio, taglia corto: “Abbiamo perso, inutile negarlo. Purtroppo, persino i 5 Stelle ci hanno superato e siamo appaiati a Calenda e alla morente Forza Italia, nonostante un’affluenza molto bassa al Sud. Un disastro assoluto”.
Paolo Grimoldi: campagna fatta con commissari imposti dall’alto
Grimoldi è tornato a parlare direttamente ai militanti dai suoi profili social, così come aveva fatto a inizio settembre per mettere in chiaro che cosa gli aveva riservato il partito alle elezioni del 25 settembre. “Lascio a ciascuno di voi l’analisi delle cause, ognuno ha un proprio ambito di esperienza, il mio è l’ascolto, il territorio e i militanti lombardi – dice Grimoldi – trovo singolare che una forza che si definisce ‘autonomista’ abbia gestito tutta la campagna elettorale, e molto altro, solo con commissari imposti dall’alto, spesso persino con nomine ad hoc in segreterie locali e a volte commissariando solo con l’arroganza, anche formale, di un sms e – cosa gravissima – in sfregio all’opinione dei militanti, senza mai aver coinvolto la base, i territori e gli amministratori locali in scelte, nomi e neppure motivazioni di un commissariamento. Troppe volte senza neppure il rispetto umano di una telefonata”.
La richiesta di Grimoldi: dimissioni e congresso
Una premessa che si traduce in una richiesta, doppia: “La dignità imporrebbe dimissioni immediate” aggiunge il leghista Paolo Grimoldi senza fare nomi ma riferendosi al gruppo dirigente del partita e poi chiedendo la ricostruzione del movimento e della sua credibilità attraverso un congresso. “Serve subito il congresso della gloriosa Lega Lombarda. Va ridata la voce alla base, ai sindaci e ai territori attraverso una Lombardia di rappresentanti democraticamente votati ed acclamati per meriti. La questione è politica e va affrontata. La rappresentanza dal basso sarebbe l’ABC dell’autonomia… Nelle prossime ore vi farò sapere iniziative concrete”.