Lunedì 17 novembre, presso gli uffici della Regione Lombardia è stata protocollata la petizione popolare promossa dal Coordinamento No pedemontana per fermare la realizzazione dell’ autostrada Pedemontana Lombarda. In totale sono 2.720 le firme raccolte per chiedere lo stop dei lavori. “Non spaventeranno di certo Maroni – spiegano gli attivisti del movimento con una nota stampa – ma sono un risultato più che positivo se si pensa che sono state raccolte non su internet, dove il clic di adesione porta via pochissimo tempo, ma con dei banchetti in piazza, nei mercati comunali e davanti alle chiese. E in un territorio che fatica a esprimere dissenso, significa che 2720 persone si sono fermate per dare la propria adesione alla petizione a riprova del fatto che quando le idee si mettono in movimento, le idee stesse possono cambiare”.
Insieme alle firme del coordinamento sono state consegnate le 2.744 firme di un’altra petizione, quella promossa dalla Lista civica italiana e indirizzata al Presidente della Repubblica, a cui hanno aderito una trentina di soggetti tra associazioni, comitati e gruppi politici, dove si chiede al Governo una moratoria “sul comparto delle grandi opere (dal momento che non è possibile pensare di rilanciare l’economia italiana con opere nate vecchie come Pedemontana) e di non concedere a società Pedemontana alcuna agevolazione pubblica sotto forma di defiscalizzazione. Inoltre si chiede di conoscere i bilanci delle grandi opere, di avere un quadro preciso sul concorso economico dello Stato per delle iniziative che vengono presentate come a carico dei privati, di fare uno studio di tutti i debiti nascosti nei bilanci delle società miste pubblico-private (che saranno la causa di un ulteriore debito pubblico) e di predisporre una analisi indipendente dei costi-benefici di queste opere. Insomma richieste assolutamente ambiziose e degnissime di attenzione”.