Pesticidi nelle acque in Brianza: ecco il rapporto dell’Ispra

L’Ispra ha pubblicato il rapporto 2016 sulla presenza di pesticidi nelle acque. BrianzAcque,però, garantisce che non ci sono pesticidi nell’acqua del rubinetto dei brianzoli: «Acqua di qualità e super controllata»
Max1r Vimercatese - Acque Molgora
Max1r Vimercatese – Acque Molgora Spinolo Massimo

Pesticidi nelle acque dei comuni lombardi, Brianza compresa. Lo dice il rapporto 2016 dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. I dati riferiti su scala nazionale e regionale riguardano il biennio 2013 e 2014. E nelle tabelle che riportano quelli lombardi vengono segnalati anche comuni brianzoli.

La rete cui si riferisce la ricerca comprende 303 punti delle acque superficiali e 521 di quelle sotterranee. Le indagini hanno riguardato 3.209 campioni per un totale di 80.857 misure analitiche.

«Nelle acque superficiali – così recita il rapporto nel capitolo relativo alla Lombardia- ci sono residui nel 78,5% dei punti e nel 38,6% dei campioni. Sono state rinvenute 43 sostanze; le più frequenti sono AMPA, terbutilazina, terbutilazina-desetil e glifosate. Nelle acque sotterranee è stata riscontrata la presenza di pesticidi nel 41,3% dei punti e nel 32,0% dei campioni. Sono state trovate 26 sostanze: le più frequenti sono terbutilazina-desetil, atrazina-desetil ed trazina».

Ma non è finita qui: «Il 55,4% dei punti delle acque superficiali -prosegue lo studio dell’Ispra riferendosi sempre all’intera regione- superano gli SQA (standard di qualità ambientale) . Nelle acque sotterranee la contaminazione è superiore agli SQA nel 13,2% dei punti. Fra le sostanze maggiormente responsabili della non conformità ci sono il glifosate e il suo metabolita AMPA. Si fa presente che il glifosate è una delle sostanze maggiormente usate a livello nazionale e risulta essere, anche sulla base di dati internazionali, uno dei principali contaminanti delle acque. Tuttavia il monitoraggio della sostanza è stato eseguito fino ad oggi dalla sola regione Lombardia e, solamente a partire dal 2014, dalla Toscana». La Lombardia, infatti, è la regione con i controlli più assidui.

Nelle tabelle riportate dal rapporto sono diversi i comuni brianzoli con il bollino rosso, colore che indica i punti di monitoraggio in cui il livello di contaminazione è superiore agli SQA.

Per quanto riguarda le acque superficiali si parla di Cesano Maderno, Lentate sul Seveso, Carnate, Correzzana, Briosco, Lesmo. Per le acque sotterranee, invece, sono segnalati Limbiate, Monza. Questi comuni hanno tutti il bollino rosso. Hanno, invece il bollino blu, che indica che il livello di contaminazione è dentro i limiti, sempre per le acque sotterranee Muggiò, Seveso e Paderno Dugnano.

In relazione al dossier dell’ ISPRA, “Rapporto nazionale Pesticidi nelle acque” relativo agli anni 2013-2014, ripreso in questi giorni da numerosi organi d’informazione, BrianzAcque, con un comunicato ufficiale, rassicura che l’acqua distribuita dagli acquedotti dei comuni di propria competenza è di qualità, nel pieno rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente. Con particolare riferimento all’indagine dell’ISPRA, il gestore del sistema idrico integrato in Provincia di Monza e Brianza aggiunge che la potabilità dell’acqua è garantita dalle campagne di monitoraggio sui pesticidi (l’ultima delle quali si è appena conclusa) eseguite con costanza dai laboratori interni Accreditati sugli oltre 250 pozzi in esercizio e dal non aver mai ricevuto in questi anni, da parte dell’Agenzia per la Tutela della Salute ( Ats, ex ASL ), alcuna comunicazione di non conformità.

A maggior tutela della popolazione e a protezione del territorio, BrianzAcque ha inoltre sviluppato un’ attenzione particolare alla problematica dei nuovi microinquinanti, quelli che non vengono monitorati di routine. Un impegno preciso che si estrinseca da un lato, investendo risorse in una maggior capacità di indagine con l’acquisto di strumentazioni d’indagine d’avanguardia e dall’altro, tramite collaborazioni continuative e prestigiose con Enti di Ricerca come il CNR – IRSA ( Istituto di Ricerca Sulle Acque ), proprio per “andare oltre” e individuare i cosiddetti inquinanti “emergenti” e le necessarie metodiche per la loro tempestiva determinazione. Quest’attività di vigilanza costante sulla qualità dell’acqua si traduce in tempi rapidi di intervento, a fronte di future criticità riscontrabili attraverso l’attivazione di impianti di trattamento come i carboni attivi.