Gli hanno rotto il naso e spezzato un braccio a furia di botte. Cinque ore da incubo quelle vissute da un ristoratore del Comasco davanti agli occhi della moglie. Tra i picchiatori ci sarebbe anche F.C., un 51enne di Seregno, arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo di Cantù, dopo mesi di indagini, insieme ad altre quattro persone. Un brutale pestaggio, anche utilizzando un bastone, dietro al quale si sarebbe nascosta una vicenda legata all’usura.
L’aggressione sarebbe avvenuta lo scorso luglio in un’abitazione di Bollate, quella di L.S., 38 anni, al quale il ristoratore, di Vertemate, nella seconda metà del 2014, si era rivolto – su indicazione di un conoscente – a per ottenere un prestito in quanto intenzionato ad allargare la sua attività. Ottiene 40mila euro ma li deve restituire regolarmente altrimenti, la clausola capestro, dovrà versare una penale di 4.000 euro per ogni mese di ritardo.
Per otto mesi l’esercente paga, ma, dal racconto fatto ai carabinieri, nonostante abbia restituito oltre 30mila euro, per i suoi debitori deve ancora l’intera somma ricevuta. Quando iniziano le difficoltà, scatta la vendetta. Il 6 luglio il ristoratore e la moglie vengono invitati da L.S. nella sua abitazione di Bollate. E lì per l’uomo inizia l’incubo: gli aguzzini rivogliono i loro soldi, lo minacciano e poi lo mandano all’ospedale dove all’uomo saranno diagnosticati traumi guaribili in un mese.
Hanno anche intimato alla moglie del ristoratore di consegnare, come anticipo del debito, i documenti della sua auto: ma al momento della consegna, il giorno dopo il pestaggio, si sono presentati anche i carabinieri che hanno arrestato L.S.. Ora, dopo mesi di indagini, in cella e ai domiciliari sono pure finiti i presunti complici, tra i quali il seregnese, accusati di usura, tentata estorsione, lesioni, sequestro di persona.