Un impegno per il Nepal colpito dal terremoto che ha ucciso più di 5mila persone e ne ha ferite più di 10mila. Un bilancio ancora parziale che si teme possa aggravarsi oltre 10mila morti. Il Centro nazionale per le operazioni di emergenza del Nepal ha anche aggiunto che la stima dei profughi interni è di 454.769 persone.
Il Club alpino italiano, profondamente colpito per la morte di quattro soci, ha attivato una raccolta fondi per aiutare le persone colpite. Per chi volesse aderire, la sottoscrizione è stata aperta presso la Banca Popolare di Sondrio, Agenzia 21 di Milano, codice IBAN IT 76 W 0569601620000010354X93.
Un appello per il Nepal arriva anche dal Cai di Monza e Brugherio ed è un invito – partito dalla Valmalenco – a una raccolta di generi di primo aiuto da spedire con un cargo.
«Abbiamo saputo che “Il Forno della Grigna” sta raccogliendo materiale da mandare alla popolazione nepalese: servono coperte, tende, sacchi a pelo, abiti caldi, scarpe, medicamenti, cerotti (no medicinali) e tanto altro ancora – riporta il Comune di Brugherio dando eco all’iniziativa – Bisogna farlo avere entro la mattinata di giovedì 30 aprile, perché poi fanno la spedizione».
L’invito è quindi a portare qualcuno tra i generi elencati nella sede brugherese di via Brianza 66 dopo le 21.15 di martedì 28 aprile. Il Cai brugherese con l’aiuto di quello di Monza s’incaricherà di consegnarlo entro i tempi richiesti. Un appello rivolto agli amici del Cai ma non solo.
Il terremoto che ha colpito il Nepal il 25 aprile ha spostato il terreno sotto l’area di Kathmandu fino a tre metri verso sud. Ha colpito anche l’Everest dove ha causato valanghe e frane e il parco di Langtang al confine col Tibet dove sono morti i quattro italiani, due tecnici dell’elisoccorso e due membri della Società degli alpinisti tridentini.
«È con grande dolore e cordoglio che apprendiamo della morte di Renzo Benedetti, Socio della Sezione Sat di Cavalese, Marco Pojer, socio della Sezione SAT Alta Val di Fassa e dei due tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Oskar Piazza, trentino, e Gigliola Mancinelli, medico marchigiano- ha fatto sapere il Cai attraverso le parole del presidente generale Umberto Martini – Questa tragedia ci colpisce nel profondo del cuore, oltre che come uomini e donne, anche come comunità alpinistica. Rivolgiamo un pensiero ai familiari di tutte le vittime di questa tragedia. Vogliamo capire come possiamo essere concretamente utili».
E poi: «Per questa ragione – prosegue Martini – abbiamo avviato contatti con l’Union Internationale des Associations d’Alpinisme (UIAA) e il Club Arc Alpin (CAA) al fine di mettere in campo interventi coordinati, evitando la dispersione di energie e risorse. Il Nepal ha bisogno della nostra solidarietà, in particolare durante il lento ritorno alle normali condizioni di vita. Saremo attenti e vicini alla popolazione nepalese, anche quando le luci dei riflettori mediatici sulla tragedia saranno attenuate, se non spente».