A Milano può capitare che prima ti rubino il portafogli e poi ti multino. Non dimenticherà mai l’autunno 2017 un pendolare di 45 anni residente a Cogliate, vittima di un borseggiatore giovedì 26 ottobre. Il giorno dopo è stato multato su un autobus, perché sprovvisto di abbonamento. Nel portafogli c’era anche quello, un settimanale integrato Trenord-Atm regolarmente pagato e riportato nella denuncia sporta ai carabinieri, ma l’accertatrice di turno ha proceduto comunque col verbale.
Tutto ha avuto inizio quando il brianzolo insieme ad alcuni amici stava gustando un aperitivo a Milano e un borseggiatore gli ha sfilato il portafogli da una tasca interna del giubbino, chiusa da una cerniera lampo. Il ladro si è allontanato con pochi contanti, ma soprattutto sono spariti tutti i documenti: patente, carta d’identità e persino la tessera abbonamento Trenord integrata con Atm.
In pochi minuti il malfattore ha anche prelevato 500 euro con una delle tessere bancomat.
Al pendolare non è rimasto far altro che raggiungere alle 21 la caserma di via Moscova e sporgere denuncia. Tornato a casa, il giorno seguente si è presentato sul posto di lavoro, ma prima di arrivare a destinazione è stato il momento della beffa.
Il quarantacinquenne salito sull’autobus numero 58, denuncia a portata di mano, non appena ha visto l’accertatrice di turno, gli si è fatto incontro. Alla richiesta di mostrare l’abbonamento, il pendolare brianzolo ha allungato la denuncia, ma l’operatrice non ha voluto sentire ragioni: 51,50 euro di multa, che sarebbero diventati 151,50 euro dopo 60 giorni e l’ha invitato a scendere dal bus per la redazione del verbale.
Inutile mostrare la denuncia, rifiutarsi di firmare il verbale, l’accertatrice l’ha sottoscritto di suo pugno e ha proceduto con la multa. Derubato la sera prima e trattato il giorno dopo come un ladro, giunto a piedi sul posto di lavoro ha subito scritto una mail ad Atm e la risposta è stata paradossale: «Abbiamo verificato, il suo abbonamento è regolarmente pagato, per annullare il verbale si presenti a un info Point Atm».
Cosa che ha fatto prima di rincasare, raggiungendo lo sportello di Cadorna. Risultato? Venire rimbalzato all’ufficio contestazioni di via Stelvio, aperto solo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 16, impossibile da raggiungere per chi lavora dall’altra parte di Milano. Nemmeno Trenord ha voluto sentire ragioni, il pendolare ha dovuto acquistare un biglietto. Dopo un lunedì dedicato a riparare i disastri causati dal ladro, rifare carta d’identità, attivarsi per la patente, rivolgersi alla banca per il bancomat, martedì il quarantacinquenne si è ripresentato all’ufficio e qui finalmente la multa è stata cancellata, ma ha dovuto comunque pagare 15 euro di spese amministrative. Ma non era lui la vittima?
Per Atm la procedura seguita è quella corretta: il multato poi ha cinque giorni per rivolgersi a un Atm Point per contestare e, in caso di ragione, vedersi annullare la sanzione, pagando le spese amministrative come da normativa.
Dall’estate l’azienda milanese ha attivato una sorta di bonus “buona fede”: se viene riconosciuto che la multa elevata è ingiusta (come in questo caso, dopo la verifica della validità dell’abbonamento, o come nel caso di dimenticanza), l’utente può presentarsi a un Atm Point entro le ore 12 del giorno successivo a quello della multa per vedersi annullata la sanzione senza il pagamento delle spese amministrative.
(*notizia aggiornata)