Ci sono anche alcuni brianzoli indagati a piede libero nella maxi-inchiesta sulla pedopornografia online, condotta dalla polizia postale di Milano, guidata dal dirigente Salvatore La Barbera, che martedì mattina ha portato all’arrestato di quattro persone (tutte residenti al di fuori della Lombardia), e alla denuncia di altre diciotto, con l’ipotesi di reato di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Tra le persone coinvolte nell’inchiesta ci sono uomini tra i 25 e i 60 anni, studenti, disoccupati e pensionati. Si tratta di single, studenti e operai. Tra questi, i poliziotti hanno identificato anche una collaboratrice domestica, indagata per gli stessi reati, e abitante in provincia di Milano. Rischiano fino a 6 anni di carcere per la distribuzione di video e foto che ritraggono bambini, in alcuni casi costretti ad atti sessuali. Sull’app canadese denominata Kik, del tutto lecita e solitamente usata per scambiare messaggi, i pedofili si incontravano, più o meno casualmente, secondo un concetto di “scambio” e di “ricerca di materiale sempre nuovo”. Nessuno, ovviamente, utilizzava il suo nome, ma nickname o indirizzi falsi. A partire dalla segnalazione arrivata dal Canada (da cui il nome dell’indagine ‘Ontario’), gli investigatori sono risaliti agli indagati.
Pedopornografia online: quattro arresti, anche brianzoli indagati nella maxi-inchiesta
Ci sono anche alcuni brianzoli indagati a piede libero nella maxi-inchiesta sulla pedopornografia online, condotta dalla polizia postale di Milano.