Il cronoprogramma, stilato da Pedemontana per portare a compimento il Piano di bonifica dei terreni della tratta B2 contaminati da diossina, e che parla di 120 giorni per i carotaggi e l’attività in campo, 40 per le analisi e altri 40 per l’elaborazione del documento finale, oltre a 60 giorni necessari per ricevere i pareri di enti e Comuni subisce uno stop. Giovedì i primi cittadini convocati in Regione hanno manifestato che quei termini devono essere sospesi e che è necessario che Pedemontana, prima di muovere le ruspe in terreni così delicati, perché contaminati da diossina, faccia altri accertamenti. L’hanno ribadito i rappresentanti dei Comuni di Seveso, Cesano Maderno, Bovisio Masciago, Barlassina e Desio che hanno ottenuto da Apl una sospensione della Conferenza dei Servizi allo scopo di raccogliere le osservazioni e arrivare a una modifica del Piano. Tenuto conto che, in nessuna delle 40 pagine di cui quest’ultimo si compone, cartine escluse, compare un seppur minimo riferimento ai costi che quel Piano costerà a Pedemontana. Una posizione un poco differente è stata, invece, sostenuta dal Comune di Meda.
«Alla fine di una lunga discussione, Regione ha deciso di chiedere ulteriori approfondimenti a Pedemontana – spiega il sindaco di Seveso, Paolo Butti – che la stessa società dovrà presentare entro 30 giorni proprio a partire dalla riunione del 9 aprile. E che dovranno essere analizzati nuovamente nell’ambito della Conferenza dei Servizi. Sono, invece, stati riconosciuti pertinenti, precisi e dettagliati – continua – i documenti presentati dagli enti preposti nonché il documento di analisi del Piano di bonifica redatto dai Comuni di Barlassina, Seveso, Desio, Bovisio e Cesano».
Inoltre, «come sindaco della città più direttamente coinvolta dalla bonifica – scandisce Butti – ho poi rimarcato l’imprescindibile necessità di una comunicazione puntuale e condivisa quando saranno effettuati concretamente i campionamenti che dovranno essere accompagnati da un monitoraggio da parte dei Comuni stessi e, soprattutto, di Arpa. In merito, invece, ai tempi di realizzazione concreta dell’opera – aggiunge – a precisa domanda dei sindaci, le risposte dei tecnici di Pedemontana sono state, nuovamente, evasive».
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Intanto, gli ambientalisti di “Insieme in rete” lanciano un nuovo allarme. «Già nelle prime pagine della relazione – scrivono in un comunicato – vengono elencate sia le indagini del 2008 realizzate in contraddittorio con Arpa, che avevano rilevato la presenza di diossina nella zona di Meda, Seveso, Bovisio e Cesano, sia le indagini realizzate nel 2012 dalla società Strabag per conto di Pedemontana. Queste ultime, però, non devono essere considerate alla stregua dei rilevamenti del 2008 perché non validate da Arpa né furono predisposte per cercare la diossina. La quale ha un tempo di decadimento stimato di circa 100 anni, né può scomparire proprio ora».