“Criticità economico-finanziarie evidenti, pesanti ricadute ambientali, pedaggi insostenibili per i cittadini, dubbi più che fondati sulla reale utilità dell’infrastruttura“. Sono i problemi evidenziati dal gruppo provinciale Brianza Rete Comune dopo anni di “rigorose analisi” del progetto Pedemontana. Soprattutto all’indomani dell’evento in Regione Lombardia considerato “un evento unilaterale, privo di contraddittorio, autoreferenziale, incapace di accogliere le istanze delle comunità locali“.
Pedemontana, a ottobre associazioni in piazza: il gruppo provinciale critica l’evento in Regione
«Non si tratta di opinioni circoscritte – spiega il consigliere Francesco Facciuto – ma di elementi ben documentati dalla Corte dei Conti, dagli studi trasportistici commissionati dalla Provincia al Centro Studi PIM, dalle osservazioni tecniche presentate da decine di amministratori locali. Nonostante questo quadro, l’attuale governo della Regione Lombardia continua a ritenere superfluo il confronto, contribuendo ad allargare la frattura tra chi oggi ha il dovere di governare nell’interesse comune e le aspirazioni di tanti cittadini».
Brianza Rete Comune ha annunciato di avere aderito alla manifestazione del 4 ottobre a Monza, promossa da alcuni comitati locali e sostenuta da una rete sempre più ampia di cittadini, enti e associazioni
«È un’occasione importante per promuovere una visione differente, capace di mettere al centro dell’agenda politica quelle infrastrutture davvero al servizio dei cittadini: dalle opere per il trasporto pubblico e ferroviario, come il prolungamento della M2 da Cologno a Vimercate o la linea Carnate-Seregno, agli interventi per la mobilità privata, come il potenziamento dell’A51», ha spiegato il capogruppo del centrosinistra Vincenzo Di Paolo.
Pedemontana, a ottobre associazioni in piazza: organizzatori e adesioni
L’appuntamento è a Monza il 4 ottobre alle 15 in piazza Roma. Gli organizzatori sono il Comitato No Pedemontana, il Comitato per la difesa del territorio, No tratta D-Breve e Suolo libero, di cui la gran parte proprio dell’area vimercatese. Per annunciare l’iniziativa è stata creata anche una pagina web che raccoglie le adesioni all’iniziativa. Adesioni che stanno arrivando da numerose realtà tra cui alcuni dei principali comitati civici monzesi (Aria pulita, Comitato parco, La Villa reale è anche mia, Buon Pastore, San Fruttuoso, Osservatorio antimafie, Monza in bici) e associazioni del territorio come Brianza Oltre l’Arcobaleno di Vimercate, Comitato Homate di Agrate, Anpi sezione di Bellusco, Burago, Mezzago e Ornago, Fridays for Future di Vimercate e Tenda della pace di Bellusco.
All’appello hanno risposto anche NaturalMente di Bergamo, il Gruppo unitario per le foreste italiane, i Comitati no tangenziale del Parco del Ticino e Parco sud Milano, la Casa delle donne di Desio e il Distretto dell’economia solidale della Brianza.
«Occorre fermare Pedemontana – spiegano gli organizzatori – perché sarebbe un immotivato sperpero di risorse pubbliche, una ferita per il nostro territorio, eppure incapace di risolvere i problemi di mobilità della Provincia. Fermare Pedemontana oggi, significa bloccare l’iter di progettazione della Tratta D-Breve, nel Vimercatese. Nei Comuni delle tratte B2 e C – da Lentate fino a Vimercate, passando per Desio e Lissone – significa avere il coraggio di interrompere un cantiere che, anche se alle fasi preliminari, sta già causando una ferita difficilmente recuperabile».
Le richieste alternative ci sono e riguardano il potenziamento dell’esistente. Con i soldi di Pedemontana si potrebbero agevolmente finanziare la metro monzese (a caccia di 500 milioni di euro), il prolungamento della M2 fino a Vimercate, riaprire la Carnate – Seregno e potenziare sia la Milano – Meda sia la Tangenziale Est.