Parcheggi a pagamento a Monza, HQ: «Allora autobus gratis per i monzesi»

L'associazione HQ Monza stronca la novità dell'introduzione dei parcheggi a pagamento in tutto il centro (per iniziare). E propone bus gratis per i monzesi.
Strisce blu parcheggi a pagamento
Strisce blu parcheggi a pagamento Gianni Radaelli

«Una misura estemporanea, poco efficace e per nulla comprensibile dai cittadini». È una stroncatura senza appello il giudizio espresso dall’associazione di cittadini HQ riguardo la novità “dell’estensione selvaggia della sosta a pagamento” – come l’hanno definita – introdotta dall’amministrazione comunale di Monza e in vigore in via sperimentale nel centro storico a partire dal 1 agosto.

Parcheggi a pagamento a Monza, HQ: «Difficile non pensare che sia per fare cassa»

«Difficile pensare che non sia stata ideata per fare cassa – continuano dall’associazione di San Fruttuosoconsiderando che potrebbe rendere fino a 10 o 12 milioni di euro all’anno. È deludente che non sia inserita in un quadro organico di nuove regole per disincentivare l’uso dell’auto privata, ridurre il traffico, migliorare la vivibilità nei quartieri».

Parcheggi a pagamento a Monza, HQ: trasporto pubblico gratuito e potenziato

Ecco allora la controproposta avanzata dai membri di HQ: estensione della sosta a pagamento a condizione che allo stesso tempo il trasporto pubblico locale diventi gratuito per i monzesi, e che venga opportunamente potenziato. Una soluzione – spiegano i promotori – facilmente applicabile dal momento che i bus gratis non comporterebbero spese aggiuntive, perché il costo di gestione verrebbe assorbito dai nuovi ricavi delle soste.

Parcheggi a pagamento a Monza, HQ: «I bus gratis incentivano a lasciare l’auto a casa»

«L’esperienza di altre città italiane ed europee mostra che la sosta a pagamento in sé non serve a nulla. La riduzione delle auto è minima ma si intensifica il traffico a causa della rotazione dei veicoli sugli stalli. I bus gratis, già sperimentati a Roma, Genova, Livorno e Ravenna, incentivano a lasciare l’auto a casa – spiega Isabella Tavazzi, portavoce dell’associazione – Questa decisione ci sconcerta. Perché l’estensione della sosta a pagamento dovrebbe essere un elemento bilanciato all’interno del Pums, il piano della mobilità sostenibile che a Monza è in eterna elaborazione da oltre vent’anni, da quando si chiamava Put».

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.