«La legge 23 di riforma della sanità lombarda ha mostrato la corda. È stata proprio l’occasione per verificare sul campo quanto il principio ospedalocentrico, non regga da solo: la sanità deve essere territoriale, diffusa, non esclusivamente accentrata nei grandi nosocomi, vicina alla gente nella quotidianità»: è la sintesi che il consigliere regionale del Pd Gigi Ponti fa del convegno organizzato dal partito a Lissone per discutere di riforma del sistema sanitario.
“Cosa va cambiato nel sistema sanitario di Monza e Brianza – Ripartire dal territorio per superare l’emergenza Covid” il titolo dell’appuntamento di giovedì 9 luglio a palazzo Terragni. Non bisogna perdere quanto di buono c’è negli ospedali – ha aggiunto Ponti – ma serve una rete territoriale diffusa per rispondere alle esigenze dei cittadini. “In questi anni è stata di fatto smantellata la rete capillare che avrebbe garantito in questa grave crisi una risorsa importante per contrastare il virus e seguire più da vicino e meglio i malati. Sappiamo che va cambiato un pezzo di organizzazione, se vogliamo qualcosa di meglio. In Brianza serve una visione unitaria di bisogni e servizi erogati recuperando anche il ruolo importante dei medici di base».
Intanto, profondo buio sul lavoro che sta facendo la Regione per la riorganizzazione dei confini degli ospedali a Monza e in Brianza, annunciata da tempo: risposte, per ora, non ce ne sono, scrive il Partito democratico, spiegando l’intenzione di chiedere alla presidenza lombarda di inserire nella “cabina di regia” sul tema di inserire un rappresentante garante degli amministratori pubblici brianzoli.
«Regione Lombardia ha investito poco nelle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale volute dal Governo e nate proprio per garantire assistenza domiciliare alle migliaia di lombardi affetti da Covid e non ricoverati negli ospedali – dice Ponti –. Lo dimostrano i dati che abbiamo richiesto con un accesso agli atti: in Lombardia ne erano previste 200 e ne sono state attivate solo 55. In provincia di Monza e Brianza: in base alla popolazione, cioè oltre 870mila abitanti, e a quanto stabilisce il decreto nazionale, va attivata una Usca ogni 50mila abitanti, quindi, per quanto ci riguarda, dovrebbero essere 17. Invece, sono solo 7, cioè 4 nell’area territoriale di Monza e 3 in quella di Vimercate».
E infine: «Regione Lombardia ha pensato di poter dare all’emergenza che ci ha travolto una risposta esclusivamente ospedaliera. È stato un errore di sottovalutazione, come abbiamo ampiamente dimostrato con gli interventi durante la serata. Il nostro sistema sanitario va rivisto partendo proprio da questa esperienza, dalla costruzione di quella sanità del territorio che è sottodimensionata».