A Monza una tecnologia di ultima generazione per trattare il tumore della prostata. All’Unità operativa di Radioterapia diretta dal professor Stefano Arcangeli, direttore della Scuola di specializzazione in Radioterapia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, si utilizza l’apparecchiatura denominata Raypilot (Micropos Medical AB) che utilizza un acceleratore lineare associato a uno strumento di monitoraggio real time del movimento dell’organo durante il trattamento, consentendo di erogare la massima dose alla recidiva di malattia anche in pazienti già precedentemente sottoposti a radioterapia.
Un sistema ad alta precisione che consente di effettuare il trattamento in poche sedute (1-5), in regime ambulatoriale e senza alcuna invasività. Un cambio di marcia in caso di recidiva locale nel paziente già radiotrattato che viene affrontata terapia farmacologica che può dare importanti effetti collaterali cardiovascolari, metabolici e neurologici.
“Prima di effettuare il trattamento con Raypilot è necessaria un’accurata rivalutazione del paziente, sia per la definizione della recidiva prostatica sia per l’esclusione di eventuali metastasi a distanza che precludono l’accesso al trattamento stesso”, spiega una nota dell’ospedale.
Per questo è stretta la collaborazione con la Unità Operativa di Radiodiagnostica del dottor Corso per l’utilizzo della macchina RM 3 Tesla e con la Unità Operativa di Medicina Nucleare diretta dal professor Luca Guerra per la PET con 18F-PSMA, due apparecchiature di alta tecnologia operative al San Gerardo già dal 2020”.
«La dotazione tecnologica di elevata qualità, implementata al San Gerardo anche grazie alla collaborazione scientifica in essere con la Fondazione Tecnomed e l’Università degli Studi d Milano-Bicocca – sottolinea il Direttore Generale della ASST Monza Mario Alparone – consente oggi ai nostri pazienti di avvalersi di terapie meno invasive, erogabili in minor tempo e con benefici di cura importanti».