L’ospedale di Desio si prepara a lasciare l’Asst di Monza per dare vita all’Asst Brianza, insieme a Vimercate. Il passaggio avverrà il primo gennaio, come deciso dalla Regione. È molto critico il sindaco desiano Roberto Corti, insieme all’assessore alle politiche sociali Paola Buonvicino: «I Sindaci del territorio sono stati esclusi dal processo che istituisce una ASST debole, senza personale e risorse. Per arrivare alla decisione organizzativa si sono svolti più 50 incontri e nelle dichiarazioni di Regione si afferma anche di avere coinvolto i sindaci in 3 incontri dei quali nessun amministratore comunale ha traccia e memoria. Per l’assessore regionale Cambiaghi le “presunte” occasioni in cui i Comuni si sono potuti esprimere sono state sin troppe ma è bene ricordare all’Assessore che tutta la normativa nazionale e regionale vede i Sindaci coprotagonisti nella programmazione sanitaria e sociosanitaria del proprio territorio e a questo servirebbero la Conferenza dei Sindaci dell’Ats e il relativo Consiglio di Rappresentanza, che in questa partita sono stati volutamente tenuti ai margini, ribadendo che sarebbe stato loro presentato il progetto. Bene, oggi lo abbiamo ed è poco più che un progettino di fattibilità con tantissimi punti aperti e poche risposte ai problemi».
«Risulta inaccettabile che nulla si dica sul personale che dal 1 gennaio 2016 è stato trasferito dall’ospedale di Desio al San Gerardo di Monza, per non parlare delle carenze di cui a quell’epoca già soffriva il nostro ospedale. L’investimento annunciato nel documento di Regione è insufficiente per Desio: 1,2 milioni di euro saranno quasi esclusivamente destinati al ripristino, parziale, di quanto Desio già aveva. Dall’analisi degli organici, risulta che l’ospedale di Desio al 1 gennaio 2016 aveva 213 medici, mentre nella soluzione oggi prospettata i medici non saranno più di 173. Le risorse stanziate non ridaranno all’ospedale di Desio la capacità di erogare dei servizi sanitari al livello di quelli che ha fornito fino a 5 anni fa. Niente di più, giusto il minimo, anche sulla medicina territoriale, la vera priorità. Leggendo il documento si scopre che lo scopo principale dell’operazione è di “minimizzare i costi nella misura strettamente necessaria per garantire piena funzionalità ed efficienza operativa dei servizi coinvolti”. Poche certezze e tanti dubbi. È positivo il piano di rilancio ma senza risorse rischia di essere solo un annuncio. Ci è stato comunicato che partirà un lavoro sinergico. Noi ci siamo. Alle parole dovranno però seguire i fatti, cioè le necessarie risorse e non servirà dire – come fanno i leghisti – che oggi paghiamo i tagli dei governi di centrosinistra perché i tagli sono stati fatti dal 2001 al 2012 con i governi di centrodestra. E oggi, con i finanziamenti stanziati dal Governo Conte per l’emergenza Covid, le risorse ci sono. Si attivino subito».