Condanne confermate ai killer di Franca Lo Jacono. La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha sì ribadito il verdetto di colpevolezza per Antonino Giarrana e Antonino Radaelli, ma, in un certo senso, ha pareggiato i conti fra i due imputati. Dall’ergastolo, pronunciato in primo grado dal gup del tribunale di Monza, i giudici d’Appello hanno ridotto la pena a 30 anni di reclusione, per il siciliano Antonino Giarrana, 29 anni. Sentenza di secondo grado a trent’anni di reclusione, da 18 che erano in primo grado, per Antonino Radaelli.
L’omicidio è di giugno 2012, avvenuto nel garage di casa della vittima 61enne, in via dei Mariani a Desio. La donna è stata uccisa in modo cruento, con un coltello, dopo che i killer avevano cercato invano una fantomatica borsa piena di contanti, che la signora avrebbe dovuto custodire per conto del consuocero Paolo Vivacqua, ammazzato un anno prima nel suo ufficio di via Bramante. La donna, però, avrebbe reagito con veemenza, suonando ripetutamente il clacson della macchina nel tentativo di dare l’allarme, ma era stata sopraffatta dagli aggressori, ed era stata ammazzata ad un anno di distanza dal consuocero.
Vicenda, quella dell’omicidio Vivacqua, per la quale Giarrana e Radaelli si trovano ancora sotto processo, in una seconda accusa di omicidio, in concorso con altre tre persone.
Ora la vicenda giudiziaria dell’omicidio Lo Jacono è destinata a proseguire in Corte di Cassazione. Il difensore di Giarrana, l’avvocato Angelo Pagliarello, ha espresso “soddisfazione” per la sentenza d’Appello, pur “consapevole del fatto che si tratta di una condanna a 30 anni”. La linea sostenuta dal legale, e dalla collega Monica Sala, è che si sia trattato di un omicidio preterintenzionale. Gli avvocati, a questo proposito, non si danno per vinti, e hanno dichiarato di essere pronti a dare battaglia fino all’ultimo grado di giudizio.