Un’azione a tutela dell’ordine pubblico economico, dopo le sentenze con cui il Tar della Regione Lombardia ha accolto i ricorsi presentati contro l’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2A, annullando la delibera del consiglio comunale di Seregno che aveva dato mandato al sindaco Alberto Rossi di votare il matrimonio nell’assemblea dei soci di Aeb, nonché gli allegati relativi, tra i quali i patti parasociali. L’ha chiesta all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) di Roma Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che già aveva sottoscritto una delle istanze al tribunale amministrativo, vedendo stralciata la sua posizione per una carenza di legittimazione attiva.
«Ho provveduto ad inviare una nota all’Agcm -ha spiegato il pentastellato-, con la quale ho sottolineato come le sentenze del Tar, che ha annullato l’operazione di aggregazione a causa della mancanza di una gara per individuare il partner di Aeb, si pongano quale elemento distorsivo della concorrenza e per questo motivo necessitino di un intervento dell’autorità». Fumagalli ha quindi approfondito: «Chiedo all’Agcm di aprire nuovamente il dossier, alla luce della pronuncia del Tar, che impone ai Comuni di fare una gara d’appalto per individuare il socio privato. In questa fase, ritengo doveroso da parte di un’autorità amministrativa indipendente, come l’Agcm, fornire l’adeguato supporto ai Comuni, mediante un parere motivato cui gli stessi debbano attenersi, per prendere decisioni che siano rispettose del codice dei contratti pubblici. In tale contesto, ritengo opportuno che l’Agcm debba intervenire nell’eventuale giudizio di appello, al fine di contrastare ogni tentativo di individuare partner privati in modo arbitrario ed in violazione della legge. La normativa assegna infatti all’Autorità proprio la funzione di protezione del mercato e della concorrenza, legittimandone l’azione in giudizio, a differenza di quanto previsto per i consiglieri regionali o comunali, menomando in tal modo gravemente la tutela dell’interesse pubblico e dell’ordine pubblico economico».
Nella sua sollecitazione, il consigliere regionale ha richiamato la precedente presa di posizione estiva dell’Agcm, culminata con «l’archiviazione della segnalazione riguardante il mancato esperimento di una procedura ad evidenza pubblica per la realizzazione dell’operazione di concentrazione tra Aeb ed A2A, ove si precisava che era all’attenzione di questa Autorità una valutazione dei profili concorrenziali, nell’esercizio dei poteri tipici di cui all’articolo 6, comma 1, della legge numero 287/90», aggiungendo che «questa Autorità, relativamente alla questione riguardante la legittimazione delle modalità adottate per la realizzazione dell’operazione societaria, riteneva di non intervenire, stante i giudizi pendenti innanzi al Tar della Lombardia ed al Consiglio di Stato, nonché all’attenzione dell’Autorità nazionale anticorruzione». Da qui le domande se l’Autorità non ritenga di «dover impugnare in via principale, in sede giurisdizionale, le sopracitate sentenze e tutti gli atti consequenziali connessi» e se non ritenga di «emanare, entro sessanta giorni, un parere motivato, nel quale indicare gli specifici profili delle violazioni riscontrate, cui tutti i soggetti pubblici coinvolti si debbano attenere».
La novità, l’ennesima al riguardo nelle ultime settimane, non sembra aver scalfito più di tanto la serenità in seno all’amministrazione comunale di Seregno ed alla stessa Aeb, che venerdì 5 marzo presenterà il suo piano industriale. La convinzione è infatti che, non avendo il Tar annullato gli atti conseguenti alla delibera consiliare, l’operazione di integrazione societaria continui ad essere valida, in attesa del definitivo pronunciamento del Consiglio di stato, al quale il Comune di Seregno, Aeb ed A2A chiederanno la riforma delle sentenze. «Nelle sedi opportune -ha controbattuto Alberto Rossi, sindaco di Seregno- è in corso un importante e rigoroso procedimento giudiziario di natura amministrativistica. Noi ci stiamo appellando al Consiglio di stato. In quelle sedi ci esprimeremo ed in questa fase mi pare opportuno limitare i commenti. Sull’opportunità dell’azione in sé, ricordo solo che l’Agcm si è già espressa positivamente nei mesi scorsi sul via libera all’operazione e non ha rilevato alcuna situazione di concentrazione industriale, che possa compromettere il libero mercato».