La città di Nova Milanese guadagna due supporter inattesi per la sua azione contro la cancellazione delle linee bus Z225 e Z227. E in entrambi i casi si tratta delle aziende che da poco hanno trasferito il proprio sito produttivo in via per Cinisello, la Weir Gabbioneta e la Cavotec.
Nel primo caso, per la multinazionale scozzese specializzata nell’assemblaggio di pompe per l’estrazione petrolifera, si tratta addirittura di una lettera di sostegno proveniente dalla direzione del personale, mentre per la Cavotec si sono mossi i lavoratori. Chiedendo cosa sia possibile fare per supportare la battaglia dei Comuni. Del resto, per centinaia di lavoratori di via per Cinisello, la cancellazione delle due linee di trasporto pubblico significherebbe lasciarli senza collegamenti in una zona periferica della città e al confine intercomunale. Lo stop ai bus insomma, costringerebbe inevitabilmente il personale a usare la macchina. Un rischio che deve essere scongiurato in ogni maniera, e di questo sono consapevoli lavoratori e vertici di entrambe le aziende.
Poco prima di andare a portare la raccolta firme in Regione, il sindaco Longoni ha invitato chi l’aveva contattata a proseguire nell’azione di sostegno contribuendo alla raccolta delle adesioni alla protesta. E un altro, fondamentale sostegno all’azione congiunta delle parti, è arrivato nella sera di mercoledì con l’approvazione all’unanimità della mozione urgente da parte del consiglio comunale novese. Un passo a cui si è arrivati dopo che maggioranza e opposizione si erano fatte portavoce della necessità di convocare quanto prima una seduta nella quale discutere dei punti ancora non chiari dell’intera vicenda che ha condotto all’annuncio della cancellazione.
In sede di consiglio comunale, la consigliera provinciale Valeria Fasola ha finalmente chiarito le dinamiche che hanno condotto all’avvio della procedura di eliminazione del servizio. Mentre la minoranza, per bocca del consigliere Ncd Antonio Colombo la accusava di non avere mai dato alcun segnale in tal senso nel corso dei mesi, pur essendo stato poi l’ente provinciale ad annunciare la chiusura. Del resto il consiglio provinciale non è mai stato chiamato a votare. «Lo scopo – sono state le parole di Colombo in aula – è di scaricare tutte le responsabilità sul Pirellone, che del resto è l’unico che può scongiurare l’eliminazione e che proprio in questi giorni sta facendo dei passi in quella direzione». L’appello alla mobilitazione per bloccare il provvedimento ha avuto il voto di unanimità, previa acquisizione di tre emendamenti del sindaco e l’inserimento nel testo del riferimento alla città di Monza, proposto dall’opposizione.