«Noi prof iscritte alla Gae, truffate dalla Buona scuola»

Non hanno scelto l’opzione “nazionale” nell’agosto del 2015, un anno dopo si ritrovano senza cattedra: colpa dei pasticci della Buona scuola. Tre prof di Monza si raccontano e dicono: ci hanno truffate.
Una classe al rientro a scuola: per molti prof le aule non ci sono
Una classe al rientro a scuola: per molti prof le aule non ci sono Fabrizio Radaelli

«La legge sulla buona scuola è una legge truffa». Questo il commento di alcuni docenti di Monza, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento (Gae) che si ritrova oggi senza un posto di lavoro (ma coltivando la speranza di essere chiamate a breve).

Le insegnanti monzesi non sono le uniche in questa situazione: all’inizio di settembre c’è stata una manifestazione a Roma che ha coinvolto professori iscritti alle Gae, provenienti da tutta Italia, che non sono stati ricevuti dal Ministro Giannini e che rischiano di non avere nemmeno uno supplenza dopo anni di insegnamenti.

«Chiediamo che si rispetti la legge – dicono Beatrice, Bruna e Anna- che è stata stravolta all’ultimo minuto e ha visto immettere in ruolo persone che non hanno mai insegnato o con poca esperienza. Quando lo scorso anno è partito il piano nazionale di assunzione le regole erano chiare, le domande dovevano essere presentate in 99 provincie. E questo implicava, in caso di chiamata, anche di lasciare tutto per trasferirsi in qualsiasi città. In caso di rifiuto dopo la chiamata si veniva cancellati dalla graduatoria. Ma si trattava di un’opzione, non di un obbligo».

Con la cosiddetta fase C di assunzioni è stato creato un organico di potenziamento che le scuole possono usare per tre anni su progetti preparati ad hoc, ma che non potevano accedere alle cattedre. «Tutte noi per una serie di motivi abbiamo deciso di non presentare la domanda e restare nelle nostre graduatorie». Ora però tutto è cambiato, come spiegano le tre insegnanti: «Non si parla più di piano nazionale ma provinciale, chi ha accettato non è stato cancellato ma ha persino la possibilità di ricevere una seconda proposta detta di conciliazione se non è soddisfatto della destinazione ricevuta. L’organico di potenziamento non esiste già più ma i potenziatori dello scorso anno, dopo aver dovuto presentare domanda di trasferimento ed essere stati assegnati ai vari ambiti provinciali, sono tutti saliti in cattedra occupando tutte o quasi le cattedre di diritto su cui si aspettavano le nomine in ruolo da concorso e da Gae».

Insomma: le regole sono cambiate in corso, dicono, e chi non ha scelto l’opzione “nazionale” ora si è visto sorpassare da chiunque.

«Dire che siamo deluse, arrabbiate e amareggiate è poco. Un algoritmo ci ha “tolto” la cattedra. Insegniamo tutte da tantissimi anni, ogni agosto lo viviamo con l’ansia perché non sappiamo dove saremo assegnate a settembre, siamo precarie da sempre e sappiamo qual è l’iter, ma ora siamo state scavalcate da gente che non ha diritto e si è scelta il posto sotto casa. Ora non sappiamo se e quando troveremo una collocazione».

Tante le domande che si affollano nelle mente di queste professoresse: «Perché non abbiamo potuto presentare i nostri curriculum e prendere parte alla chiamata per competenze dei dirigenti?». «Mi sento truffata- conclude Beatrice- mi sono fidata della legge ma è stata completamente disattesa. Ora stiamo pensando a una class action coinvolgendo i colleghi che si trovano nella nostra stessa situazione, che definire assurda è poco. Siamo state in attesa per tutto il mese di luglio, confrontandoci per capire cosa fosse meglio fare, se presentare la domanda o rimanere nelle graduatorie, fidandoci di quanto scritto nella legge non l’abbiamo presentata e ora ci troviamo senza nulla in mano. Chiediamo il rispetto della 107, questa non è certo una “buona scuola” e non ci fermeremo».