’Ndrangheta, un medico indagato All’oscuro il Policlinico di Monza

Un quotidiano nazionale riferisce delle indagini dalla Squadra mobile di Milano e della Direzione antimafia di Milano sulle infiltrazioni della mafia al nord. E senza fare nomi descrive che anche un medico del Policlinico di Monza è indagato. L’azienda si dice all’oscuro di tutto e disposta a collaborare con gli inquirenti.
Monza - Fotogramma della riunione dei boss al circolo Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano
Monza – Fotogramma della riunione dei boss al circolo Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano

Un quotidiano nazionale riferisce delle indagini dalla Squadra mobile di Milano e della Direzione distrettuale antimafia di Milano sulle infiltrazioni della mafia al nord. E senza fare nomi descrive che anche un medico del Policlinico di Monza è indagato. L’azienda si dice all’oscuro di tutto e disposta a collaborare con gli inquirenti.

Stamane, domenica 5 ottobre, il Corriere della sera pubblica un articolo di Cesare Giuzzi a pagina 16, in cui si parla della nuova strategia della mafia per conquistare il Nord. In sintesi: non passa più attraverso l’azione dei politici esterni che accettano di collaborare in cambio di benefici, ma si pone direttamente nei gangli vitali della vita sociale e imprenditoriale con propri affiliati dall’immagine pulita: in politica, e quindi anche nelle istituzioni, ma anche nella industria e nella sanità.

A questo proposito l’articolista c riferisce che nel mirino degli inquirenti «sono finiti anche due medici. Chirurghi noti e stimati nell’ambiente sanitario lombardo oggi sospettati di -e qui cita ripreso uno stralcio della relazione degli inquirenti – “essersi messi a disposizione di affiliati e dei loro parenti» per ottenere “scarcerazioni e cure privilegiate”».

Il cronista porta a suffragio le prove che scaturiscono dal lavoro degli inquirenti: i medici «sono stati seguiti e fotografati durante incontri e cene con condannati per mafia o famigliari di arrestati nelle ultime operazioni antimafia al Nord.» . A questo punto ci si aspetterebbe che si facciano i nomi, invece arriva una descrizione abbastanza generica: «Si tratta di due medici di origine calabrese che lavorano al Niguarda di Milano e al Policlinico di Monza. Con loro anche un infermiere di origini calabresi».

Nella parte finale dell’articolo arrivano le accuse più pesanti. Letteralmente : «Per quanto riguarda i medici indagati, l’inchiesta avrebbe messo in luce rapporti con boss del calibro di Pasquale Barbaro, detto ’U Nigru, originario di Platì (Reggio Calabria) … di affiliati (Molluso e Trimboli) della potente cosca Barbaro-Papalia… e del clan Morabito – Palamara -Bruzzaniti di Africo».

Da noi interpellata l’azienda Policlinico di Monza si è detta all’oscuro di tutto, e disposta a collaborare. Ecco lo scarno comunicato: “In ordine a quanto comparso in data odierna sul Corriere della Sera, Policlinico di Monza non può replicare in alcun modo essendo l’ente estraneo e completamente ignaro dei fatti ivi descritti.Policlinico di Monza manifesta altresì totale disponibilità nei confronti degli organismi inquirenti”.