Muggiò: identificato Nerone, il piromane dei portoni delle chiese

Ora Nerone ha un nome e un volto. Identificato il piromane dei portoni delle chiese di Muggiò e Lissone che ha agito a partire dal 2021.
La seconda porta laterale annerita dalle fiamme
La seconda porta laterale annerita dalle fiamme

Ora Nerone ha un nome e un volto. È un trentenne residente a San Carlo il piromane dei portoni delle chiese di Muggiò che, a partire dal 2021, ha incendiato gli ingressi delle chiese di San Carlo, di San Francesco e di Santa Giuliana in città, e il portone della chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Lissone. Ma dalla notifica che i carabinieri della compagnia di Desio hanno consegnato a tutte le parti lese, rendendo di fatto pubblica la notizia, è emersa anche una novità clamorosa: il giovane è anche ritenuto responsabile di avere imbrattato per due volte con bestemmie e scritte blasfeme il santuario della Madonna del Castano, prima a metà agosto 2021 e poi a fine gennaio 2022, e inoltre di avere vandalizzato almeno trentacinque auto, tagliandone le gomme oppure sfrisandone la carrozzeria.

La foto di “Nerone” ripulita
La foto di “Nerone” ripulita

Muggiò: identificato Nerone, lunghe indagini

Alle quattro parrocchie di Muggiò, dunque, si sommano come parti lese quasi una quarantina di persone, vittime di vandalismo. Da settimane gli investigatori erano ormai giunti a un passo dall’identificazione del piromane. Il cerchio, ha iniziato a chiudersi dopo indagini lunghe, pazienti e meticolose che – partendo da qualche fotogramma estrapolato dai video ripresi dalle telecamere del sistema di videosorveglianza sono riuscite a dare un nome e un volto a al colpevole. Da quanto si è appreso, il giovane sarebbe affetto da disturbi psichici che lo portano, per una qualche ragione, ad odiare in modo particolare la Chiesa.

Muggiò: identificato Nerone, decisiva la “trasferta” a Lissone

Proprio l’atto incendiario a Lissone, l’ultimo, ha rappresentato una tappa importante per le indagini, visto che da San Carlo le telecamere lo hanno ripreso mentre si dirigeva verso il comune limitrofo a piedi. Ma che si trattasse di un cittadino residente a Muggiò, lo avevano suggerito anche altre evidenze emerse fin da subito: ad esempio i varchi posti ai confini della città, cioè le telecamere che riprendono chi entra e chi esce, e che non lo hanno mai ripreso né entrare, né uscire, il che ha fatto scartare quasi immediatamente l’ipotesi di un’auto utilizzata per spostarsi. Non solo, perché in occasione dell’atto incendiario dello scorso agosto a San Francesco, Nerone compariva da nulla da una delle prime telecamere del sistema di videosorveglianza tra San Carlo e San Francesco, come se fosse uscito di casa e si fosse incamminato alla volta della chiesa, così come aveva fatto a San Carlo. In effetti era proprio così.