Dimenticato al mercato e restituito al mare a Cattolica: è la storia vera di un granchio che per una volta assomiglia davvero a una favola di Nemo. È successo tutto a partire da San Fruttuoso: lì un piccolo granchio pescato chissà dove è caduto dal banco del pesce del mercoledì. A notarlo è il personale dell’impresa che si occupa delle pulizie settimanali al termine del mercato: il granchio è anche senza una zampa.
“Un operatore ecologico, particolarmente sensibile, lo ha raccolto e portato nel parco-rifugio di via San Damiano dove, passato il primo stupore, operatori e volontari Enpa si mobilitano per recuperare l’acqua salata, come quella acquistata da chi detiene pesci e altri animali marini. Il granchietto viene alloggiato e nutrito in un piccolo acquario”.
A quel punto non restava che trovare una soluzione per restituirlo definitivamente al suo ambiente naturale: Stefano e Feddi, operatori del rifugio, proprio in quei giorni dovevano andare in vacanza a Cattolica, sul mare Adriatico e così, “dopo aver accertato che il crostaceo apparteneva a una specie autoctona, è parsa la cosa più scontata riportarlo nel suo ambiente naturale”. Così è stato. «Il granchio – racconta Feddi – all’inizio è rimasto fermo, poi appena sentita l’acqua è corso verso gli scogli, sulla sabbia e si è piazzato vicino a un’alga. È stato un momento di grande felicità».
L’appello di Enpa è di imitare la Svizzera: in Italia è ancora possibile bollire vivi i crostacei, mentre i vicini d’oltralpe dal marzo scorso ha vietato per legge che i crostacei vengano bolliti ancora vivi.