Un altro detenuto della casa circondariale di Monza si è tolto la vita in cella. E lo ha fatto, dice il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, ancora impiccandosi con la propria cintura. Si tratta di una persona di nazionalità rumena che avrebbe dovuto scontare una pena fino a dicembre 2019. Nella mattina di venerdì 16 dicembre non sono bastati l’intervento degli agenti di polizia penitenziaria di via Sanquirico, dei medici interni e dell’automedica del 118, che ha trasportato il 35enne all’ospedale di Garbagnate.
«Questo nuovo drammatico suicidio di un altro detenuto evidenzia come i problemi sociali e umani permangono nei penitenziari, lasciando isolato il personale di Polizia Penitenziaria, che purtroppo non ha potuto impedire il grave evento, a gestire queste situazioni di emergenza» ha detto il segretario generale del Sappe, Donato Capece. «Il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Per queste ragioni un programma di prevenzione del suicidio e l’organizzazione di un servizio d’intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti ma anche per l’intero istituto dove questi vengono implementati».
LEGGI il precedente di novembre
Solo poche settimane fa, a inizio novembre, un altro detenuto si è tolto la vita in cella a Monza: si trattava di un uomo di 42 anni di nazionalità italiana.