Monza, trenta precarie senza lavoro Portavano gli alunni nelle scuole

Trenta precarie senza lavoro a Monza alla vigilia della ripresa delle lezioni nelle scuole. Sono le donne che, attraverso una cooperativa, accompagnavano i bambini sugli scuolabus. Ma un cambio di appalto le lascia a piedi. La Cgil accusa.
Niente più lavoro per le accompagnatrici degli scuolabus a Monza
Niente più lavoro per le accompagnatrici degli scuolabus a Monza

Niente mezzi termini: le precarie degli scuolabus di Monza sono state silurate e sono trenta donne rimaste senza lavoro alla vigilia della riprese delle lezioni. «Uno scandalo» tuona la Cgil che annuncia per lunedì mattina un presidio delle lavoratrici sotto il municipio di piazza Trento e Trieste.

«Lunedì ripartono le scuole, e con esse i bus che portano a scuola gli studenti ma, dopo oltre 20 anni, non saliranno su quei bus le accompagnatrici che, da sempre in condizioni precarie ( prima con contratti a progetto, poi con contratti a tempo determinato) hanno sempre lavorato in quel servizio, sentendosi “parte” del Comune di Monza» scrive in un comunicato la segreteria Funzione pubblica della Camera del lavoro..

«Oggi, dopo oltre vent’anni, molte di loro perderanno quel lavoro: di chi è la responsabilità? Della cooperativa, che prima si era impegnata ad assumerle tutte, e adesso si tira indietro per “vendicarsi” di quante, in questi giorni, hanno protestato in Comune per le retribuzioni sempre più basse, 4 euro lordi per ciascun servizio di accompagnamento sul bus: vale così poco il lavoro di chi garantisce la sicurezza sullo scuolabus?». Possibile, dice il sindacato, oppure «del Comune di Monza, che perseverando nella pratica scellerata di rinnovare l’appalto ogni anno, con gare al ribasso, come se il servizio scuolabus potesse cessare da un anno all’altro, non è stato neanche capace, con l’ultimo bando di gara, di chiedere alla nuova cooperativa che gestirà il servizio l’assunzione del personale uscente, lasciando in balia della sorte 30 donne che da vent’anni confidavano in un’amministrazione comunale che oggi, invece, le tradisce?». Che qualcuno risponda, conclude la Cgil.