«I lavoratori in assemblea hanno espresso la loro preoccupazione». Matteo Moretti, della Filcams Cgil riassume così lo stato d’animo dei dipendenti della sede monzese di Adidas, azienda che, accentrando in Germania, Olanda (e non solo) alcune funzioni ora in Italia ha presentato una richiesta di licenziamento collettivo per 24 dei 290 lavoratori. I colloqui con i sindacati per cercare di ridurre il più possibile l’impatto della decisione sono già iniziati, martedì prossimo se ne terrà un altro, in attesa di una convocazione anche a Roma al Ministero, ma la procedura scade entro fine anno e se non si arriverà a un’intesa il colosso tedesco potrebbe dar corso al suo annuncio. Da qui la preoccupazione dei lavoratori e la necessità di stringere i tempi.
Sul tavolo ci sono soluzioni alternative: alcuni dipendenti sono disposti, ad esempio, a venire ricollocati in una sede all’estero, altri potrebbero sfruttare le opportunità offerte dal part time, altri quelle del prepensionamento. Ci sarebbero poi 8 nuove posizioni nella sede italiana, tre delle quali, tuttavia sono assicurate soltanto per un anno. «Nell’ambito dell’implementazione del nuovo piano strategico aziendale -faceva sapere la società al momento dell’annuncio dei tagli – Adidas ha deciso di ridurre le strutture duplicate e combinare le funzioni precedentemente eseguite localmente. In questo modo le sinergie saranno meglio utilizzate e sarà garantito un servizio clienti coerente. Siamo pertanto dispiaciuti che questi cambiamenti portino all’eliminazione di alcuni posti di lavoro localmente. Adidas è già in contatto con il sindacato competente, ha informato i dipendenti e offerto consigli su ulteriori iniziative». Ora si tratta di saggiare concretamente la disponibilità a venire incontro ai lavoratori e valutare la fattibilità delle soluzioni alternative: la fine dell’anno incombe.
L’azienda d’altra parte ha un fatturato di oltre 20 miliardi e utili in crescita. Anche per questo il sindacato punta a gestire la vertenza ricorrendo a uscite volontarie, evitando così licenziamenti traumatici.